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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2011 alle ore 10:12.

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Marco MilaneseMarco Milanese

La Camera pronuncia il primo sì alla richiesta dei pubblici ministeri di aprire le cassette di sicurezza sequestrate al deputato del Pdl Marco Milanese e all'uso dei tabulati telefonici per ricostruire i suoi rapporti con la Guardia di finanza. La Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio ha deciso all'unanimità di proporre all'aula il sì alla richiesta della magistratura napoletana. Il deputato Pdl, su cui pende anche una richiesta di arresto, è oggi presente in Giunta per essere ascoltato dall'organismo parlamentare presieduto da Pierluigi Castagnetti.

Questo primo sì ha comportato un'altra decisione: si chiederà una proroga fino al 16 settembre per il termine sul parere alla richiesta di arresto avanzata dalla Procura di Napoli. La Giunta dovrebbe tornare a riunirsi il 12 settembre.

La polemica dell'opposizione
Partito democratico e Italia dei valori avevano chiesto che si respingesse la richiesta di Milanese sui nuovi documenti e che il voto sull'arresto si tenesse prima della pausa estiva: i membri dei due partiti, presenti nella giunta per le autorizzazioni, hanno votato contro la proroga sulla richiesta di arresto per Milanese. I capigruppo in giunta, Marilena Samperi (Pd) e Federico Palomba (Idv) si erano detti disponibili a lavorare anche questo fine settimana e fino a martedì 2 agosto, ultimo giorno di lavori della camera prima della pausa estiva. «Il parere- dice Samperi - potevamo darlo anche prima di martedì e poi farlo votare all'assemblea il 2. Eravamo disposti - aggiunge - a lavorare tutta la settimana, si doveva lavorare fino all'ultimo giorno utile. Noi siamo stati assolutamente contrari alla proroga. E sottolineo anche che ieri il capogruppo del Pdl in giunta, Maurizio Paniz, aveva detto che non avrebbero appoggiato una richiesta di proroga, e oggi invece hanno detto sì. La Lega si è poi accodata. Per noi è evidente che hanno problemi interni ma questi problemi non interessano ai cittadini italiani».

Bossi difende Tremonti
«Ci penseremo il 15 settembre» cioè il giorno prima dell'ultima data utile perché la Giunta dia un parere sulla richiesta di arresto di Milanese da parte della procura di Napoli. Così il leader della Lega Umberto Bossi poco prima di rientrare a Montecitorio ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano la posizione del Carroccio sulla vicenda Milanese. «Sicuramente Tremonti è uno che controlla che non crolli il soffitto»» ha commentato Bossi ma il ministro dell'Economia non si deve dimettere «È una buccia di banana - ha aggiunto Bossi riguardo alla vicenda della casa in affitto che tira in ballo Tremonti nell'inchiesta su Milanese -. Una stupidaggine ma non una cosa gravissima». Marco Milanese ha dichiarato di aver ricevuto da Tremonti i pagamenti in contanti per l'affitto della casa in cui il ministro viveva a Roma.

La richiesta per Verdini
Sempre la Giunta ha detto no a maggioranza all'acquisizione delle intercettazioni di Denis Verdini, chiamato in causa nell'inchiesta del G8. Verdini anche ieri si era espresso a favore dell'acquisizione della documentazione telefonica che lo riguarda.

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