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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2011 alle ore 19:37.

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Senato Usa «molto vicino» a un accordo. Proseguono le trattative per innalzare il tetto del debitoSenato Usa «molto vicino» a un accordo. Proseguono le trattative per innalzare il tetto del debito

New York - Il Senato americano ha bloccato il piano democratico sul debito, in una nuova chiara scommessa sulla possibilità che sia un accordo con i repubblicani parso difficile soltanto ieri a evitare uno storico default degli Stati Uniti.

I senatori, nel primo pomeriggio di domenica (ora americana), si sono schierati 50 a 49 in un voto procedurale sul piano preparato dal leader democratico Harry Reid, ovvero meno dei 60 consensi necessari a chiudere il dibattito e portare in aula il progetto per approvarlo. Lo stesso Reid ha votato contro il proprio piano e detto che le maggiori speranze vanno adesso riposte in un nuovo rapido compromesso sull'innalzamento del tetto del debito e i tagli di spesa nelle trattative riprese sabato sera tra repubblicani, democratici e Casa Bianca e che continuano a oltranza.

L'esito negativo sul piano Reid, in realtà, era parso scontato davanti ai colloqui, ma il voto ha avuto anche uno scopo pratico utile per un eventuale accordo: consente al Senato di preservare un veicolo legislativo rapidamente pronto per essere alterato con i contenuti di un eventuale compromesso e messo ai voti.

Non è escluso che un'intesa almeno di massima arrivi già oggi o nella notte, prima della riapertura dei mercati lunedì. Reid si è detto «cautamente ottimista» su un compromesso già oggi, nelle prossime ore. Incontri separati tra i leader dei due partiti sono stati sospesi per intensificare i colloqui bilaterali e con la Casa Bianca.

Mitch McConnell, il leader repubblicano al Senato, ha detto questa mattina che una soluzione negoziale alla crisi del debito americano si sta avvicinando. In discussione tra Casa Bianca e repubblicani è un accordo che prevede tremila miliardi di dollari di tagli di spesa in dieci anni in cambio dell'innalzamento del tetto dell'indebitamento, senza il quale gli Stati Uniti rischiano un default a partire da martedì. «Siamo molto vicini, abbiamo fatto molta strada - ha dichiarato durante alcune interviste televisive - Quello che vogliamo sono forti tagli alla spesa». McConnell ha ribadito che «non ci sarà un default», che minaccerebbe la stabilità dei mercati e dell'economia.

Gran parte dei tagli che rappresentano il cuore dell'intesa verrà decisa da una speciale Commissione del Congresso che sarà composta da sei democratici e sei repubblicani. Uno dei nodi da risolvere resta il meccanismo per garantire che i parlamentari impongano I risparmi: potrebbero scattare, se non verranno rispettati gli impegni, tagli automatici a tutto campo, comprese pensioni e sanità. McConnell ha indicato tuttavia che la Commissione sarà sotto la pressione dei mercati e dell'opinione pubblica, che chiederanno i tagli.

L'intesa dovrebbe anche consentire un voto del Congresso su un emendamento costituzionale per il pareggio del bilancio federale, una misura cara ai repubblicani più conservatori ma che difficialmente passerà.

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