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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2011 alle ore 12:10.
L'ultima modifica è del 25 agosto 2011 alle ore 09:39.

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«Stanno bene» i quattro giornalisti. Il governo provvisorio chiede 5 miliardi di aiuti«Stanno bene» i quattro giornalisti. Il governo provvisorio chiede 5 miliardi di aiuti

Sesto giorno dell'attacco finale al regime di Muammar Gheddafi, al potere da 41 anni. Fra sabato e domenica i ribelli sono entrati a Tripoli, martedì hanno espugnato Bab al Aziziyah, fortino del rais, ora in fuga ma probabilmente ancora in Libia, secondo fonti americane. È il sesto mese di guerra civile: la rivolta iniziata il 17 febbraio e appoggiata dai raid Nato dell'Unified Protector - intervento militare sotto egida Onu deciso a marzo - segna l'epilogo del movimento nato dalla primavera araba con il rovesciamento dei regimi in Tunisia ed Egitto. Gli insorti hanno trovato sede a Bengasi (in quella Cirenaica da sempre ostile al Colonnello) e un governo nel Consiglio nazionale transitorio (Cnt), che entro due settimane si sposterà a Tripoli, capitale non ancora libera: i fedeli al rais fanno resistenza, si combatte. Su Gheddafi pende una taglia di 1,6 milioni di euro.

17.41 Diffuso un disperato appello di Gheddafi. «Non permettete che i ratti lascino Tripoli ai colonialisti», ha detto in rais nel messaggio audio trasmesso dalla tv Orouba. Il colonnello ha poi lanciato un appello a «uomini , donne e tribù a difendere Tripoli dagli stranieri».

15.18 I ribelli sostengono di aver circondato alcuni edifici, a Tripoli, all'interno dei quali presumono sia nascosto Gheddafi con i suoi figli. La struttura si trova non lontano dal compound. «Sono assieme in una piccola buca» ha detto uno degli insorti coinvolti negli scontri.

15.11 L'accordo che l'Eni firmerà lunedì a Bengasi con il Cnt riguarda la fornitura da parte della società italiana di benzina e gasolio alla nuova Libia, con pagamenti in petrolio quando i campi di estrazione saranno nuovamente funzionanti, ha detto l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, a conclusione dell'incontro fra Berlusconi e Jibril. Nel memorandum d'intesa dovrebbe essere anche contenuto un intervento dei tecnici Eni per studiare la ripartenza di alcuni campi petroliferi in Cirenaica.

13.45 A Milano il premier Berlusconi ha incontrato il capo del governo provvisorio Mahmud Jibril. Durante l'incontro Berlusconi ha promesso che verranno scongelati beni di Gheddafi per 350 milioni di euro dalle banche italiane da destinare ai ribelli.

12.50 Gheddafi scapperà vestito da donna, ha detto al Times un suo ex sostenitore in esilio al Cairo.«Gheddafi si illude di poter scomparire in Libia e di poter riprendere il potere una volta uscita di scena la Nato», ha detto al quotidiano britannico Abdel Salam Jalloud che aiutò il colonnello nel 1969 a prendere il potere e che è fuggito in Italia poco prima dell'avanzata dei ribelli su Tripoli.

12.06 Sono liberi i quattro giornalisti italiani rapiti ieri in Libia da gruppi fedeli al regime di Gheddafi. Lo annuncia il sito internet del Corriere della Sera per cui lavorano due dei quattro cronisti rapiti. Si tratta di Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina del Corriere, Claudio Monici dell'Avvenire, Domenico Quirico della Stampa. «Il nostro primo pensiero va all'autista ucciso a sangue freddo dai sequestratori» hanno detto i giornalisti appena liberati in un'intervista all'inviata del GR Rai in Libia. «Ci hanno salvato due ragazzi libici. I due giovani in teoria non stavano dalla parte giusta» ha detto Quirico al suo giornale.

11.15 Il console italiano a Bengasi, Guido De Sanctis, ha sentito l'ultima volta al telefono i quattro giornalisti italiani rapiti ieri in Libia «all'una di notte e stavano bene. Ora sto provando a richiamare da un'ora e mezza sul cellulare di un libico». «Ho sentito solo sillabe smozzicate ma mi hanno detto che stanno bene» ha detto de Sanctis all'Ansa, aggiungendo che «addirittura hanno risposto loro», il che significa che hanno avuto, almeno in quel momento, il telefono a loro disposizione: «Non so se come gesto di cortesia o per distrazione» di chi li ha in custodia, ha spiegato.

11.00 L'avanzata dei ribelli verso Sirte, città natale del Colonnello e base strategica da cui i suoi fedeli lanciano missili Scud, è stata bloccata dalle forze di Gheddafi. Lo riferisce Al Jazeera, precisando che gli insorti sono stati costretti a indietreggiare di 20 km. Già stamane la Bbc aveva riferito di violenti combattimenti, con lanci di razzi, a un centinaio di chilometri da Sirte.

9.00 I ribelli chiedono aiuti urgenti per 5 miliardi di dollari, attraverso lo scongelamento dei beni libici, per sostenere la ricostruzione del Paese dopo la caduta del regime, ha detto il delegato libico presente ieri al vertice del gruppo di contatto di Doha, alla vigilia di una nuova riunione dei direttori politici dei paesi del gruppo di contatto, in programma oggi a Istanbul nel corso della quale verranno analizzate le aree di intervento della ricostruzione.

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