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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2011 alle ore 13:00.
L'ultima modifica è del 26 agosto 2011 alle ore 10:57.

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Club e professionisti del pallone divisi come non mai. E in mezzo lo stop inevitabile del campionato di serie A. I calciatori hanno infatti confermato lo slittamento della prima giornata dopo la decisione della Lega di respingere la proposta di contratto ponte avanzata stamane dal presidente dell'Assocalciatori, Damiano Tommasi, per provare a scongiurare lo sciopero del pallone. Succede tutto nel giro di un paio d'ore. Con i calciatori che in mattinata giocano l'ultima carta (un contratto ponte fino a giugno 2012) e i club che rispediscono al mittente la proposta. A un amareggiato Giancarlo Abete, presidente della Figc, non resta quindi che prendere atto delle distanze e ufficializzare il rinvio. «Il mancato accordo è incomprensibile».

Tommasi: domenica non scenderemo in campo, vani i nostri tentativi
Dopo l'ultima mediazione proposta da Tommasi, il presidente Maurizio Beretta ha così comunicato il "no" dei club alla Figc e alla stessa Assocalciatori. «Non si capisce perché - ha detto Beretta - dovremmo firmare un accordo ponte che ricalca quello ipotizzato all'origine della vertenza da Campana». Incassata la risposta negativa, Tommasi ha quindi annunciato la decisione di non scendere in campo. «La prima giornata di serie A non si gioca, ci abbiamo provato fino in fondo ma tutti i tentativi sono andati vani».

Abete: rinvio prima giornata, ma a rischio anche le altre
A stretto giro è arrivata poi la presa d'atto di Abete. «L'Aic ha confermato l'intenzione di non scendere in campo in mancanza della firma sull'accordo collettivo - ha detto a Coverciano - e io ho interpretato di conseguenza la delega avuta dal consiglio federale all'unanimità per rinviare la prima giornata». Ora, però, si apre un altro nefasto scenario per il calcio italiano. «L'ipotesi di uno sciopero a oltranza è uno dei problemi che si pone», ammette Abete.

Stamane l'ultima offerta dei calciatori: intesa ponte per scongiurare lo stop
Stamane il presidente dell'Assocalciatori aveva lanciato un'ultima offerta per evitare il rinvio della prima giornata. «Firmiamo un contratto valido fino al 30 giugno 2012, sulle basi dell'accordo raggiunto con Campana. Così il campionato comincia e subito cominciamo a discutere per un nuovo accordo». Tommasi aveva poi telefonato prima al presidente federale Giancarlo Abete e subito dopo a quello di Lega Maurizio Beretta, che si era riservato una risposta a breve. «Ho l'impressione - ha detto Tommasi - che diversamente non basteranno 15 giorni ma ci vorranno mesi».

I nodi: super Irpef e allenamenti dei fuori rosa
Un'ultima mossa dei calciatori, dunque. Ma che non è piaciuta ai club . «La nostra assemblea è stata chiara: noi possiamo siglare un accordo solo se contiene i due punti in discussione - è stata la risposta di Beretta - quello sul contributo di solidarietà e quello sugli allenamenti dei fuori rosa». Su cui il numero uno dell'Assocalciatori aveva offerto un piccolissimo spiraglio. «Da parte dei club sono arrivate nuove istanze, alcune ufficiali, molte altre espresse dai presidenti attraverso i giornali -aveva detto Tommasi avanzando la proposta dell'intesa temporanea -. Per questo noi facciamo un passo indietro: accettiamo di ridiscutere tutto, ma dopo la firma dell'accordo così come era uscito dall'intesa Beretta-Campana del 30 maggio, con l'allegato di Abete sull'articolo 7 (quello sui fuori rosa, ndr) valido. Si gioca - aveva spiegato il presidente Aic - e subito ci si mette al tavolo per ridiscutere tutto».

Le posizioni restano distanti
Sui due articoli le posizioni dei club sono note. I presidenti vogliono nero su bianco la garanzia che siano i giocatori a pagare il contributo di solidarietà previsto dall'ultima manovra varata dal Governo. «Non è ammesso il patto contrario - hanno scritto nelle quattro righe di nuovi emendamenti al contratto - eventuali contributi straordinari saranno
esclusivamente a carico del calciatore». E anche l'articolo 7, quello sui "fuori rosa" che sembrava ormai cosa fatta, ha contribuito ad accendere lo scontro: qui i club sono tornati alla carica pretendendo che lo staff tecnico organizzi «allenamenti differenziati per tutto il tempo ritenuto necessario».

Ciellino contro Beretta: vicenda gestita male
L'idea di una intesa-ponte, poi affossata dai club, era nata ieri sera in seno all'Aic ed era stata elaborata sentendo molti dei delegati. «So che rischio di scontentare qualcuno all'interno del sindacato, ma è un gesto di responsabilità: soprattutto perché, ripeto, ci vorrebbero mesi per risolvere la situazione», aveva spiegato in mattinata Tommasi. Ieri, da Montecarlo, all'idea di un contratto ponte si era detto favorevole De Laurentiis. Oggi, poi, all'interno dellla Lega, non sono mancati i distinguo. «La responsabilità è di Beretta - ha detto Massimo Cellino, presidente del Cagliari - si è dimostrato un presidente incapace. Ha gestito la situazione con superficialità».

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