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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2011 alle ore 14:50.

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«Filippo Penati e il suo ex braccio destro Giordano Vimercati andrebbero arrestati perché hanno commesso il reato di concussione e non, come ha sostenuto il giudice, di corruzione, ormai prescritto». Gli avvocanti che indagano sulle tangenti dell'area ex Falk non si arrendono, come si scopre dalle pagine del ricorso che hanno depositato contro il provvedimento del Gip.

Secondo la ricostruzione pubblicata oggi su Repubblica, gli imprenditori non erano in posizione paritaria rispetto all'allora sindaco di Sesto San Giovanni. Per i magistrati di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia, che indagano sulle tangenti intorno all'area ex Falck di Sesto, il carcere sarebbe quindi ancora necessario perché i costruttori Giuseppe Pasini e Piero di Caterina sarebbero stati indotti con pressioni, anche se non costretti, a pagare.

Questo basterebbe, secondo i due pm, per qualificare il reato come concussione. La procura torna a insistere anche su un altro punto escluso invece dal gip: nella ventina di pagine del ricorso, i magistrati sostengono l'esistenza di gravi indizi che dimostrerebbero come penati finanziasse il suo partito con i soldi raccolti dalle tangenti.

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