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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2011 alle ore 15:16.

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Rugby la Nuova Zelanda contro l'Australia (Ap)Rugby la Nuova Zelanda contro l'Australia (Ap)

La marcia di avvicinamento ai Mondiali di rugby segna meno dieci. Dieci giorni al 9 settembre, quando All Blacks e Tonga, dopo la cerimonia di apertura, canteranno gli inni nazionali, si esibiranno nelle rispettive danze pre-partita e daranno il via alla Rugby World Cup.

Nel frattempo, è arrivata la parola fine per il "warm up" delle squadre europee e, soprattutto, per il Tri Nations, che impegna le tre superpotenze dell'emisfero Sud.

Ebbene, quest'anno l'Australia ha fatto doppietta: prima la vittoria nel Super 15 con i Queensland Reds, ora il successo nel torneo "a tre", che mancava addirittura da 10 anni. Decisiva la vittoria interna di sabato proprio ai danni degli All Blacks, il 25-20 propiziato da un primo tempo nel quale i neozelandesi devono aver destato più di una preoccupazione nel loro staff tecnico e tra i loro supporter. Grande Australia, comunque: con trequarti sempre brillanti, con il mediano di mischia Will Genia ancora ispiratissimo e con un numero 8 (Radike Samo, 35 anni, al rientro con la maglia dei Wallabies dopo sette stagioni) che ha fatto una meta da iradiddio e ha spesso messo in difficoltà gli avversari. Certo, i "tuttoneri" sono stati capaci di risalire dal 3-20 della prima frazione fino al 20 pari, ma poi hanno subìto l'ennesima fiammata del gioco "Aussie" con la meta decisiva di Beale. Per gli All Blacks è la seconda sconfitta di fila, contando anche quella rimediata solo una settimana prima in Sudafrica, quando il ct Graham Henry aveva lasciato a riposo molti titolari.

Questo delle squadre in qualche modo "mascherate" è sicuramente un aspetto da tenere presente. Il Sudafrica ha affrontato le due trasferte del Tri Nations lamentando una lista "imbarazzante" di infortunati, la Nuova Zelanda ha dato almeno un turno di riposo a quasi tutte le star (anche per provare, com'è ovvio, soluzioni alternative), forse l'Australia (più forte del solito in mischia chiusa, nonostante la rinuncia forzata al pilone Benn Robinson) è quella che si è risparmiata meno. Di sicuro, comunque, quella di sabato a Brisbane è stata una partita giocata al 100 per cento, con un bel po' di nervosismo e un paio di infortuni non da poco in casa All Blacks, che vanno a colpire lo stesso reparto di gioco: in terza linea, infatti, sono dovuti uscire sia Thomson sia il n. 8 Read, che dovrebbero saltare almeno le prime partite del Mondiale. Quanto alle europee, vale ancora di più, per loro, il discorso di squadre e schemi mascherati, giocatori alternati per provare un po' tutti in partite che, oggettivamente, hanno un valore limitato. Resta il fatto che gli atleti (in particolare quelli che partono da posizioni di rincalzo, almeno sulla carta) danno tutto ugualmente. E se poi, per fare un esempio, si mettono di fronte gallesi e inglesi non si può comunque pensare che lo spirito sia quello di un picnic.

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