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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2011 alle ore 15:24.

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Filippo Penati è stato iscritto nel registro degli indagati da parte della procura di Monza, con l'accusa di concorso in corruzione, anche nel capitolo dell'inchiesta che riguarda la Milano-Serravalle. il politico comunica di non aver ricevuto «alcuna comunicazione formale dalla Procura di Monza» circa la sua nuova iscrizione per corruzione per la Milano-Serravalle.

Intanto verrà discusso il prossimo 21 ottobre, davanti al Tribunale del Riesame di Milano, l'appello presentato dai pm di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia per chiedere l'arresto di Filippo Penati per le accuse di concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti nell'ambito dell'inchiesta su un presunto giro di tangenti relative alle aree ex Falck e Marelli di Sesto San Giovanni. Il gip Anna Magelli, infatti, con un'ordinanza lo scorso 10 agosto aveva rigettato la richiesta di arresto per Penati e per il suo ex braccio destro Giordano Vimercati (anche per lui è fissato il riesame per il 21 ottobre), riqualificando l'accusa di concussione in corruzione e ritenendo dunque i reati prescritti e facendo cadere l'accusa di finanziamento illecito ai partiti.

Intanto, in Procura a Monza è cominciato l'interrogatorio di Giovanni Camozzi, avvocato e stretto collaboratore dell'immobiliarista Luigi Zunino. Camozzi, difeso dall'avvocato Ermenegildo Costabile, è accusato di concorso in corruzione per un presunto versamento da 710mila euro relativo all'operazione immobiliare sull'area Falck. Soldi che, secondo l'accusa, sarebbero stati intascati dall'ex assessore all'edilizia di Sesto Pasqualino Di Leva, finito in carcere il 25 agosto scorso.

Una finta caparra riapre il dossier sulla Serravalle (di Angelo Mincuzzi)

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