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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2011 alle ore 21:52.
Ebbene, rileggiamo le cronache all'indomani della sentenza sportiva. I (pochi) condannati proclamano stupore, rabbia, sconcerto. Sono schifati, così società e presidenti, persino quelli che sono stati sorpresi con le mani nel sacco. Gli altri in silenzio, mors tua vita mea, il calcio ufficiale, da Figc a Lega, che sta a guardare senza mai intervenire, senza mai pensare a nuove e più incisive regole, a partire da un calcio meno affollato. La responsabilità oggettiva resta il mostro giuridico all'ombra del quale si fa pensa di far giustizia. Alla fine restano nelle rete piccoli pesci. Ma ben s'intravede dietro queste vecchie figure di gaglioffi la galleria di inquietanti personaggi che frequentano gli ambienti calcistici e si scopre che molte società sono quanto di meglio possano chiedere mafia e camorra per ripulire denaro illecito. Che se ne occupino i giudici della magistratura ordinaria, non è affar nostro. Una sola domanda: le scommesse in nero esistono o no? Sono o non sono una piaga che rischia di avvelenare l'intero movimento?
Il mercato
Un' interminabile esposizione di bancarelle (perché mai, spiegateci, il mercato deve finire tre giorni dopo l'avvio della competizione?) conclusa con pochi grandi acquisti e con molte cessioni. L'unico vero affare risale a giugno con il passaggio di Pirlo alla Juve. Uno dei rari maestri italiani del pallone cambia casacca per l'ultimo e gli auguriamo lungo tratto finale della sua splendida carriera. Ha fatto rumore la cessione di Eto'o venduto per 38 euro al secondo a un Paperone del Daghestan che ha dato una regolata alle casse nerazzurre che non possono vivere in eterno del solo petrolio di famiglia. Lasciano il nostro campionato anche due dei pezzi più pregiati della legione straniera: Sanchez, passato dall'Udinese dei miracoli al Barcellona e l'attaccante del Palermo Pastore, finito al Paris Saint Germain. Siparietti comici quelli offerti nella circostanza da Galliani e Zamparini. Il presidente del Milan, pro tempore di un altro Paperone, ha criticato il collega dell'Udinese per la sua mania di vendere buoni calciatori e depauperare (sic!) il calcio italiano mentre l'ineffabile presidente palermitano ha parlato di oscuri ricatti che lo hanno costretto a cedere il gioiello argentino.
In compenso si è proceduto alla solita raccolta all'estero anche di seconde scelte e allo scambio tra giocatori alla ricerca di riscatto. Cala il numero già esiguo dei giovanissimi. Il bambino Santon, prodigio nerazzurro solo due anni fa, pare una diva mancata sul viale di un precocissimo tramonto e passa al Newcastle proprio mentre l'Inter preleva a Brescia un supposto erede di Pirlo, il sedicenne Lorenzo Tassi e lo inserisce negli organici e il ragazzo prodigio El Shaarawy va dal Genoa al Milan. Vedremo se verranno impiegati più dei dieci minuti finali di una partita di Coppa Italia a risultato già acquisito. Si dice sempre che non c'è tempo: per fare che, se è lecito?
Un mercato in tono minore con il fondato sospetto che le meteore dalla trivela facile (vi ricordate Quaresma? E il più recente Diego?) siano sparse ovunque e qualcuna destinata a lasciarci sportivamente le penne, accompagnate dal dileggio generale. Eppure in tempi di congiuntura sfavorevole, qualche esperimento non guasterebbe. Ma chi ha voglia di sperimentare? La scuola calcio del Manchester United narrata agli studenti della Luiss da sir Alex Ferguson pare una chimera.
Non c'è tempo, il torneo incomincia e siamo già in ritardo. Apre il Milan con la Lazio. I rossoneri, indicati all'unanimità quali favoriti per lo scudetto, sono attesi subito dal Barcellona in Champions. Un'altra musica, ma per la società di via Turati è lo spartito che conta più d'ogni altro.
Buon campionato a tutti.
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