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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2011 alle ore 17:36.

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«A proposito della vicenda Serravalle continuano le ricostruzioni parziali e false, da parte dei miei accusatori. All'interno di queste ricostruzioni ci sarebbero riunioni convocate nell'aprile del 2005 per stabilire il sovrapprezzo delle quote azionarie acquistate dalla Provincia di Milano: di queste riunioni non ho mai saputo e non so nulla, anche perché in quei giorni era ancora lontana anche la sola ipotesti di acquisto delle azioni». Lo afferma in una nota Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano, dirigente, ora sospeso, del Pd.

«I fatti che accadevano tra il marzo e l'aprile del 2005 - aggiunge Penati - sono altri e facilmente riscontrabili. Il 21 marzo ci fu una riunione a palazzo Marino, presenti io, Albertini e i rispettivi collaboratori, riunione in cui, come si può leggere in un comunicato stampa congiunto
di Provincia e Comune di Milano di quello stesso giorno, si giudicava interessante per entrambi l'ipotesi di cessione/acquisto di una quota delle azioni possedute dall'amministrazione milanese (18%). "Tale ipotesi - si legge nel comunicato - potrà concretizzarsi in seguito alle necessarie verifiche di fattibilità tecniche e politiche, con particolare riferimento alla possibilità per il Comune di Milano di poter utilizzare i proventi della dismissione per realizzare opere pubbliche senza contravvenire al Patto di stabilità". Contestualmente, come dichiarato pubblicamente dal gruppo Gavio, fu aperta una trattativa con la Camera di commercio di Milano e il 5 maggio il gruppo Gavio stesso formalizzò l'offerta di 7,5 euro ad azione per la quota della Camera di commercio (4%) in Serravalle, una cifra maggiore di quella da lì a pochi mesi pagata dalla Provincia al gruppo Gavio stesso per il 15% delle quote, se si esclude il premio di maggioranza. Ancora una volta i fatti smentiscono clamorosamente i miei accusatori. Ad aprile 2005 - conclude Penati - non c'era ancora nessuna ipotesi di acquisto delle quote di Gavio da parte della Provincia, perchè la Provincia era impegnata ad approfondire l'ipotesi, fino ad allora condivisa anche da Albertini, dell'acquisto del 18% delle quote del Comune, arrivando nelle settimane successive a offrire 270 milioni di euro, mentre Gavio era ancora impegnato ad accrescere la sua quota di Serravalle con l'acquisto del 4% dalla Camera di Commercio».

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