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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2011 alle ore 16:38.

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(Afp)(Afp)

di Giacomo Bagnasco
AUCKLAND - È la Nuova Zelanda a fare festa in un Eden Park stipato da 60mila spettatori, confermando una tradizione che in questo stadio dura ininterrottamente dal 1994. La Francia cede 37-17 e, con un paio di mete del secondo tempo, riesce in fondo a limitare i danni, mentre a un certo punto sembrava che potesse andare incontro a una punizione ancora più pesante, vista l'inferiorità in tutti i reparti, a partire dalla linea arretrata.

Partita comunque all'altezza delle aspettative, con azioni di rilievo e spunti individuali da campioni. Alla fine, il capitano neozelandese Richie Mc Caw celebra il centenario di partite (primo All Black a riuscire nell'impresa) e viene salutato dall'ovazione finale del pubblico al termine di una breve cerimonia.

In campo, invece, cerimonie se ne sono fatte poche, e nei primi dieci minuti la squadra più determinata e più efficace sembrava proprio la Francia. Che però non ha ottenuto nemmeno un punto, complice anche un palo colpito su un tentativo di drop da Parra, mediano di apertura "improvvisato", che ha fatto una partita onesta in un ruolo comunque non suo . E invece la Nuova Zelanda passava al primo attacco, con un Ma'a Nonu indiavolato che veniva fermato a fatica, e con la prima delle prodezze di Carter, autore di un passaggio "in punta di dita" per Dagg, che mandava Thomson in meta. Da lì cambiava tutto, al punto che le mete diventavano tre nel giro di altri 10 minuti: prima Jane bucava in combinazione stretta con Weepu, poi Dagg riceveva un assist infallibile da Carter, sfuggito agli avversari con un grande break. Entusiasmo neozelandese alle stelle, sconcerto per i sostenitori francesi, che erano almeno 10mila e hanno incoraggiato la squadra fino in fondo. Di certo, la difesa dei Bleus non è senza colpe: troppi "buchi" anche in azioni in prima fase e poca capacità di usare la seconda linea di difesa.

Yachvili, con un calcio piazzato, cancellava nel finale di primo tempo lo zero nel tabellino, ma nella ripresa non passava nemmeno un minuto e Dagg (poi votato uomo del match) metteva a segno la quarta meta, quella del punto di bonus in classifica. Azione ispirata, guarda caso, da Carter e partita definitivamente chiusa. Dopo i primi cambi, Mermoz segnava per la Francia la classica meta dei poveri, quella di intercetto su un attacco avversario, e in questo caso Carter ha qualche responsabilità. I neri sembravano appagati e, a sette minuti dalla fine, subivano anche la seconda meta: buon momento di pressione di Dusautoir e compagni, che giocavano velocemente una punizione per il tocco finale di Trinh-Duc. Ma l'ultima parola era ancora dei padroni di casa, che subito dopo trovavano la marcatura con Sonny Bill Williams alla fine di un'azione al largo.

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