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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2011 alle ore 18:15.
L'ultima modifica è del 28 settembre 2011 alle ore 14:02.

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Fabrizio Saccomanni, Mario Draghi e Vittorio GrilliFabrizio Saccomanni, Mario Draghi e Vittorio Grilli

Tremonti insiste con il "suo" candidato Grilli
Insomma, il passaggio di testimone tra Draghi e l'attuale dg di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, considerato in pole position per la poltrona di governatore, dovrà aspettare. Una brusca battuta d'arresto arrivata dopo il vertice ieri tra il Cavaliere e Tremonti deciso a insistere sulla nomina di Grilli, di cui peraltro il ministro aveva parlato in mattinata anche al capo dello Stato.

L'endorsement di Bossi: preferisco Grilli, è di Milano
Dal canto suo, il presidente della Repubblica non ha mai espresso preferenze esplicite, ma si è sempre preoccupato di sottolineare la necessità di rispettare l'autonomia dell'organismo di Via Nazionale. Mentre nel pomeriggio si è registrato l'endorsement di Umberto Bossi a sostegno del dg del Tesoro. «Preferisco Grilli, se non altro perché è di Milano», ha detto il leader della Lega conversando con i cronisti a Montecitorio e avallando così il rinnovato patto di ferro con il titolare dell'Economia.

Cicchitto: scelta è del premier ma ascolterà tutti
Berlusconi preferisce quindi attendere. E le parole di Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, fotografano al meglio l'impasse. «Non entro nel merito di questo confronto che evidentemente rappresenta una scelta che dovrà fare il presidente del consiglio, nei modi e nei tempi dovuti, tenendo conto delle opinioni che esistono nella maggioranza, nel governo e anche sul quadro istituzionale». Ci si sta riflettendo sopra, aggiunge l'esponente pidiellino, «e le scelte devono tenere conto che si tratta di una questione delicatissima, visto che la Banca d'Italia ha svolto e dovrà svolgere un ruolo decisivo per quello che riguarda la tenuta finanziaria dello stato e la tutela dei nostri titoli».

Bersani e Casini: troppa incertezza. E Rutelli bacchetta la Lega
Sulla mancata nomina del successore di Draghi, però, esplode una nuova bufera politica. Con l'opposizione che si scaglia contro il Cavaliere. A guidarla è il tandem Pierluigi Bersani e Pier Ferdinando Casini che in una nota congiunta riassumono il senso di un colloquio svoltosi questa mattina a Roma. «Desta grande preoccupazione la decisione del governo di mantenere nell'incertezza la scelta del nuovo governatore della banca d'italia che dovrà succedere a Draghi». Secondo Bersani e Casini, «nel mezzo di una tempesta finanziaria internazionale che vede l'Italia in prima linea invece di offrire certezze e stabilità, il governo continua a tenere pericolosamente in bilico il paese per mere esigenze personali o di equilibri interni». Mentre il leader dell'Api, Francesco Rutelli, contesta la sponda di Bossi a favore di Grilli. «In un momento così drammatico per
l'economia, anzichè mettere Bankitalia al riparo dalla diatriba politica, la Lega si inventa una pregiudiziale etnica sul governatore della Banca d'Italia. È un'intromissione indecente».

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