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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2011 alle ore 20:50.
L'ultima modifica è del 30 settembre 2011 alle ore 16:41.

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7) COESIONE POLITICA. Senza un accordo tra destra e sinistra il paese va a fondo. In Grecia Antonis Samaras, leader conservatore all'opposizione chiede di ridurre le tasse per rilanciare la crescita. Il suo modello è la tassazione societaria dell'Irlanda, peccato che anche Dublino abbia fatto bancarotta. In questo momento chiede di non licenziare i dipendenti pubblici e di rivedere gli accordi con la troika. Pura demagogia visto che nessuno può ragionevolmente pensare che Atene possa ridurre le imposte in un momento di crisi. Eppure tutti i richiami per un governo di unità nazionale sono caduti nel vuoto esasperando gli effetti della crisi.

8) LIBERALIZZAZIONI AL PALO. Tommaso Padoa-Schioppa, quando era consulente del premier Papandreou, suggerì di liberalizzare le professioni e i trasporti, compresi i taxi per rilanciare il potenziale economico. Da mesi i trasporti pubblici e i tassisti sono in sciopero a singhiozzo contro i provvedimenti di liberalizzazione mentre sulle professioni tra cui avvocati e farmacisti, non si è fatto praticamente nulla in modo che il sistema resti bloccato a vantaggio delle corporazioni.

9) SISTEMA POLITICO INGESSATO. In Grecia due partiti si sfidano il primato, ma sono praticamente delle dinastie. George Papandreou è il terzo primo ministro della dinastia politica Papandreu. George è figlio dell'ex primo ministro greco Andreas Papandreou (fondatore del Pasok al termine del regime dei colonnelli) e nipote di Geórgios Papandréu (primo premier della Grecia al termine dell'occupazione nazista nel 1944).
Costa Caramanlis, è stato leader del partito di centrodestra Nuova Democrazia, fondato dal suo omonimo zio Konstantinos Karamanlis. La riforma elettorale italiana ha creato le premesse per forti maggioranze ma ha impedito con un sistema di liste bloccate al controllo dei vertici dei partiti sugli eletti mettendo fine al legame diretto tra gli elettori e i candidati.

10). GIUSTIZIA BLOCCATA. Il sistema giudiziario greco è molto arretrato, basti pensare che per la crisi greca non si è ancora trovato un solo resposnabile. € stiamo parlando di 353 miliardi di euro di debito, cinque volte quello che condusse al defaul nel 2001 l'Argentina. Se la giustizia greca va a rilento anche i tribunali italiani non scherzano con i tre gradi di giudizio, dove secondo uno studio del Consiglio europeo nel 2005 in Italia ci sono voluti in mdedia 1.210 giorni per risolvere ogni disputa contrattuale contro i 229 della Gran Breatgna e i 331 della Francia. Il tribunale di Torino fa eccezione rendendo noti al pubblico quanto tempo ci mettono i giudici per risolvere i casi. Sfortunatamente è un caso unico in Italia. Forse per tutti questi motivi l'Italia non cresce da dieci anni e il Pil pro-capite cala sempre nell'ultimo decennio.

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