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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2011 alle ore 20:08.

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Nel Pdl «non c'è nessuna fronda», secondo il segretario Angelino Alfano. Anzi, c'è una corrente contro le correnti. E' forse questo il senso del nome "Controcorrente", con il quale il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto ha battezzato oggi la "sua" nuova associazione, aperta a trenta deputati Pdl fra cui Enrico Costa, Isabella Bertolini, Giorgio Stracquadanio, che si sono riuniti alla presenza del ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna.
Angelino Alfano va bene, hanno convenuto, ma il resto il Pdl deve discutere di più al suo interno e ritrovare il contatto con la gente. Per questo Crosetto ha proposto di incontrarsi con cadenza settimanale e ha impostato una fitta agenda di lavoro. Ma «non si tratta si una riunione carbonara», ha sottolineato Crosetto, «questa non può e non deve essere una delle tante correnti. A me non interessa creare problemi al partito o al gruppo». Ma la settimana scorsa, senza mezzi termini, aveva detto che «Tremonti è un problema, si dimetta».

Il premier incontra ancora Scajola. Alfano: «Con lui un confronto franco»
Più o meno nello stesso arco temporale, e sempre per rinsaldare l'unità del Pdl, a Palazzo Grazioli il premier Silvio Berlusconi ha incontrato per il secondo giorno consecutivo l'ex ministro Claudio Scajola. Nella residenza romana del Cavaliere sono arrivati poi anche il sottosegretario Gianni Letta, Paolo Bonaiuti, il segretario del Pdl, Angelino Alfano, il consigliere giuridico del premier Niccolò Ghedini, il capogruppo Fabrizio Cicchitto e il coordinatore pidiellino, Sandro Bondi. Al termine dell'incontro, durato circa un paio d'ore, lasciando via del Plebiscito, Scajola si è limitato a rispondere ai cronisti che gli chiedevano come fosse andato l'incontro: «È stato un colloquio». Da alcune indiscrezioni, poi, è emerso che Scajola avrebbe garantito che venerdì alla Camera voterà la fiducia al governo, ribadendo però la necessità di una forte discontinuità nel partito e nell'azione politica dell'esecutivo.
Alfano, da parte sua, dice che quello con Scajola è «un normale dibattito, in un tempo difficile e particolarmente complesso a livello economico. Questo si traduce anche in difficoltà politica. Con Scajola vi è un franco dialogo all'interno del partito, nel quale quando sembra che non si dialoghi, si viene accusati di essere una caserma, quando si parla, invece, si dice che c'è il caos. Sinceramente - ha concluso Alfano - vi è un confronto sulle prospettive del governo e del partito, e noi crediamo che tutto ciò rafforzerà la nostra unità».

La Russa minimizza sulla bocciatura del Rendiconto e sui rapporti Berlusconi-Tremonti
La bocciatura del Rendiconto dello Stato, però, ancora brucia. «Quella di ieri alla Camera non è stata una mancanza di consenso del Parlamento ma un momento occasionale in cui si è arrivati alla pari», dice Ignazio La Russa, che minimizza l'accaduto e nello stesso tempo dà per saldi i rapporti fra Berlusconi e Tremonti. Che ieri, va ricordato, non era in aula al momento del fatidico voto: «I rapporti tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti non si sono raffreddati».

I Responsabili voteranno la fiducia
La cartina di tornasole per tutto questo sarà il voto di fiducia di venerdì. Intanto, a fare quadrato intorno al premier si mette anche uno dei Responsabili, Domenico Scilipoti, che anche se era fuori dall'aula per il voto sul Rendiconto, oggi garantisce l'appoggio a Berlusconi affermando anche come il «problema» di questa maggioranza non sia il premier, ma «chi gli sta intorno. Ci sono certi ministri e certi sottosegretari che non si stanno comportando bene» e «una parte del centrodestra, dei democristiani che già c'erano ai tempi di Fanfani, vuole riportare il vecchio nella politica italiana, cancellando la storia degli ultimi diciotto anni per tornare a fare politica come trent'anni fa». (Ch. B.)

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