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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2011 alle ore 10:54.

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Berlusconi in aula alle 11, domani il voto di fiducia. La diretta video (Ansa)Berlusconi in aula alle 11, domani il voto di fiducia. La diretta video (Ansa)

«Non vi nascondo la gravità dell'incidente» sull'articolo 1 del Rendiconto generale dello Stato, «ma ciò non può avere conseguenze sul piano istituzionale». Dopo lo stop sul bilancio dello Stato, il pressing del Quirinale, Berlusconi è andato in aula alla Camera per ribadire che non è disposto a fare un passo indietro. Venti minuti di intervento e tredici applausi dai banchi della maggioranza, gli unici a essere occupati questa mattina nell'emiciclo di Montecitorio.

Avanti senza farsi condizionare da nulla
«Il nostro governo comunque andrá avanti senza farsi condizionare da nulla se non dal rispetto della Costituzione e degli impegni europei». Poi combattere la «strategia della paralisi e del pessimismo», superare «i vizi d'origine dell'euro» e istituire un'autorità europea che coordini le politiche fiscali. E prima di entrare in aula, ai cronisti che chiedevano se pensasse di ottenere domani la fiducia, ha risposto: «Sì, vorrei vedere...». Poi parlando in aula ha precisato che se e quando il governo dovesse perdere la fiducia delle Camere «la parola deve tornare agli elettori». Quindi voto e non governo tecnico.

Sul piano politico non c'è alternativa
Ha rinviato al mittente la richiesta di dimissioni. «A chi ci chiede un passo indietro rispondiamo chiaramente che mai come in questo momento sentiamo la responsabilità di non accondiscendere a questa richiesta». Il governo, ha detto, «chiede di avere confermata la fiducia perché profondamente consapevole dei rischi che corre il Paese e perché i tempi imposti dai mercati non sono compatibili con quelli di certe liturgie della politica». Chiede la fiducia al Governo come «unico soggetto democraticamente abilitato a difendere gli interessi nazionali con l'urgenza imposta dalla crisi». Sul piano politico, ha detto, «non c'é alternativa credibile a questo governo nelle assemblee elettive di Camera e Senato».

No alla crisi al buio
«Io sono qui con la mia maggioranza per testimoniare che l'Italia ce la fa e ce la farà. Batteremo la strategia del pessimismo». Il premier chiude la porta a «una crisi al buio» e «agli sfascisti» che, a suo dire, lavorano contro il Paese. «Le opposizioni - ha detto - esercitano un legittimo diritto -dovere di critica, ma sono frastagliate e divise, oggi, sono addirittura sparite, e partecipano a una campagna demolitoria» contro il governo. Elogia il capo dello Stato, Giorgio Napolitano: la sua vigilanza istituzionale è «impeccabile». Il Colle «sorveglia sul regolare svolgimento delle istituzioni e stimola i soggetti della politica senza fare politica».

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