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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2011 alle ore 13:50.
L'ultima modifica è del 14 ottobre 2011 alle ore 10:48.

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La maggioranza insegue l'ennesima fiducia. Nella foto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dopo il discorso di ieri alla Camera (Ansa)La maggioranza insegue l'ennesima fiducia. Nella foto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dopo il discorso di ieri alla Camera (Ansa)

Sulla carta la maggioranza dovrebbe riuscire a incassare la fiducia numero 51: l'ultimo pallottolliere in casa del Pdl segna quota 317 per il Governo. Ma i mal di pancia interni al partito di Silvio Berlusconi e non solo rendono comunque incerto il finale della partita. Tanto che lo stesso premier, alla vigilia del nuovo test, non si sbilancia sui numeri prima di un breve colloquio con Umberto Bossi. «Quota 316? Non lo so, importante è che vinciamo sulla sinistra che ha inscenato questa farsa delle assenze. Se il governo stasera ci sarà? Penso di sì, anzi intimamente ne sono convinto». Il resto (leggi Bankitalia) può aspettare: «Abbiamo tempo fino al 1° novembre». La partita clou ora è quella di Montecitorio. Con Ignazio La Russa che avverte i suoi. «Se restassimo sotto i 315 voti il premier dovrebbe andare al Colle perché sarebbe giusto parlare con il presidente della Repubblica». Ma il Cavaliere stempera. «Quota 315? Non cambierebbe l'opinione del Quirinale» in merito alla stabilità del governo.E il centro-sinistra «si è esposto a una gran brutta figura» nei confronti degli italiani.

L'opposizione non partecipa alla prima chiama. Ma numero legale c'è
Quella stessa opposizione che prova a sfidare la maggioranza fino alla fine: assente ieri durante i venti minuti del discorso del premier, fuori dall'aula anche oggi e decisa a sfruttare le possibili defezioni nel campo avversario. Come? Il centro-sinistra non partecipa alla prima chiama - cominciata all 12.30 - con l'obiettivo di mettere in difficoltà il premier. La strategia arriva da una riunione last minute dell'opposizione ed è la seguente: sì alla partecipazione al voto solo dopo che la maggioranza ha dimostrato di garantire il numero legale per la votazione, fissato a quota 316. In sintesi: o c'è il quorum necessario ad assicurare la validità della votazione o l'opposizione non sfila sotto i banchi della presidenza per il voto ad appello nominale. È l'ultimo tentativo prima della battaglia vera e propria sui numeri.

Il risiko delle assenze dell'ultima ora. Scajola vota sì
Cresce quindi la tensione man mano che si avvicina al count-down finale e cominciano a delinearsi gli schieramenti in campo. A pochi minuti dall'inizio del voto, infatti, scende il numero di deputati che sulla carta dovrebbero votare "sì" alla fiducia. Hanno infatti annunciato la loro defezione Giustina Mistrello Destro e Fabio Gava, scajoliani di stretta osservanza, che hanno deciso di non prendere parte al voto per segnalare la richiesta di discontinuità al governo. Con l'ex ministro che invece vota la fiducia e commenta così la defezione di due dei suoi fedelissimi. «Mi dispiace per l'assenza ma sono portatori di istanze di grande cambiamento. Dopo oggi - prosegue - sono certo che il governo otterrà sicuramente la fiducia, occorrono grandi cambiamenti» o «i casi di defezione si moltiplicheranno e andremo a sbattere».

Sardelli ribadisce il suo no dopo il colloquio con Berlusconi
Di assenze, però, potrebbero essercene altre. A cominciare dagli ex Responsabili con l'ex capogruppo, Luciano Sardelli, che annuncia il "no" alla fiducia. «Non parteciperò al voto di fiducia, ho suggerito al premier Berlusconi di andare al Colle inaugurando così una nuova fase». Berlusconi lo convoca per un colloquio ma non lo convince. C'è invece in aula Filippo Ascierto, operato alla gamba e che arriva in stampelle nell'emiciclo. Mentre restano in bilico altre defezioni tra gli scajoliani, come Roberto Antonione, Paolo Russo e Pietro Testoni. Quasi scontata l'assenza di Antonio Gaglione, del Misto. E non risulta presente, poco prima dell'inizio del voto, anche Michele Pisacane (Pt). Mancherà con ogni probabilità anche Antonio Buonfiglio, ancora iscritto a Fli ma uscito dal partito. Dovrebbe invece essere al completo l'opposizione, salvo la probabile assenza di Mirko Tremaglia e quella, certa, di Elisabetta Zamparuti (Radicali), che si trova in Ruanda. In tutto, dovrebbero toccare quota 304 o 305.

Soglia 316 per rassicurare il Colle sulla solidità della maggioranza
Prosegue dunque fino all'ultimo minuto utile il pressing sugli indecisi per portarli in Aula. Il rischio, infatti, è che Berlusconi e i suoi si aggiudichino la partita ma senza riuscire a superare la soglia minima di 316, la stessa che chiede l'opposizione per partecipare al voto e che attesterebbe l'esistenza in vita di una maggioranza parlamentare. Un segnale molto preoccupante dal punto di vista politico e che sostanzialmente sancirebbe l'incapacità del Cavaliere di rassicurare il Colle sulla possibilità di portare avanti l'attività parlamentare senza incappare in altri incidenti.

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