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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2011 alle ore 15:18.
L'ultima modifica è del 17 ottobre 2011 alle ore 14:21.

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Contro le frange di violenti che sabato, durante la manifestazione indetta dagli indignati, hanno devastato alcuni quartieri di Roma, serve una legislazione speciale. A invocarla è il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro. «Si si deve tornare alla legge Reale. Anzi bisogna fare la '"legge Reale 2", alias Di Pietro, contro atti criminali come quelli di Roma - ragiona l'ex pm -. Non è tempo di rimpalli di responsabilità ma di assumersi le responsabilità. Noi chiediamo che la polizia identifichi al più presto i delinquenti mentre il parlamento deve intervenire con una specifica e speciale legislazione che preveda nuove figure di reato, aumenti di pena per i reati già previsti e possibilità di fermi e arresti obbligatori in casi del genere e rito direttissimo, affinché non si sia costretti dopo tre giorni a rimetterli fuori per mancanza di una legislazione adeguata».

Maroni sposa la linea dell'ex pm: sono d'accordo con lui
Proprio dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, arriva a stretto giro un sostanziale via libera alla proposta dell'ex pm. «Devo dire che per una volta sono d'accordo con Antonio Di Pietro che oggi ha detto che servono nuove norme preventive, una legge Reale bis: esattamente quello che voglio dire domani annunciando in Senato (dove il ministro riferirà degli incidenti di sabato scorso alle 16.30, ndr) la proposta per nuove misure legislative che possano consentire alle forze dell'ordine di prevenire più efficacemente le violenze come quelle avvenute sabato scorso a Roma». Sulle quali è arrivata oggi anche la dura condanna del presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco. «Non possiamo non esprimere la nostra totale esecrazione per la violenza organizzata da facinorosi che hanno turbato molti che intendevano manifestare in modo pacifico le loro preoccupazioni».

Sacconi: banchieri che giustificano scaricano responsabilità
Ad alzare la temperatura del confronto politico sono però gli attacchi che arrivano nuovamente dal Pdl all'indirizzo di quanti, come il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, si sono detti disponibili a comprendere le ragioni della piazza. «L'atteggiamento di certi banchieri e di certi finanziari che sono così disponibil a giustificare - attacca il ministro del Welfare Maurizio Sacconi - è un modo per scaricare le proprie responsabilità». Per l'esponente del Pdl «tutto si spiega, ma non tutto si giustifica». Perciò, sottolinea a margine di un convegno dedicato a giovani e lavoro, «non giustifico nessuna rabbia della piazza. È stato colpevole giustificare il radicalismo». Sacconi ripropone di fatto le stesse argomentazioni usate ieri dal capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che aveva attaccato duramente Draghi per la solidarietà espressa ai manifestanti.

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