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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2011 alle ore 13:43.

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Alla vigilia del voto sul rendiconto previsto martedì a Montecitorio, test cruciale per la maggioranza, il capogruppo del Pdl a Montecitorio, Fabrizio Cicchitto, minimizza. «Nel Pdl non c'è nessun clima da sciogliete le righe o di disperazione politica, ma ci si misura a viso aperto con le difficoltà politiche esistenti».

Il ritratto / C'eravamo tanto amati, così la Carlucci è passata dal bungee jumping a Silvio per finire nell'Udc (di Stefano Biolchini)

La cronistoria parlamentare racconta però tutt'altra verità visto che il partito di Silvio Berlusconi si va frantumando ed è la matematica a documentarne la progressiva dissoluzione: dall'inizio della legislatura a oggi, infatti, il Pdl ha perso già ottanta parlamentari tra Camera e Senato. Se si considerano però anche i malpancisti, tuttora annoverati nelle fila del Pdl ma già smarcatisi dalla maggioranza, i numeri sono ancora più implacabili e i parlamentari che hanno "tradito" il Cavaliere si avvicinano a quota 100.

I numeri alla Camera: il Pdl in caduta libera
Partiamo dalla Camera. Qui l'ultima defezione risale ieri con l'annuncio dell'addio al Pdl di Gabriella Carlucci che passa sotto le insegne dell'Udc di Pier Ferdinando Casini. ll quale, va ricordato, ha strappato nei giorni scorsi al Cavaliere altri due onorevoli: Ida D'Ippolito Vitale e Alessio Bonciani. Ultime uscite a parte, il Pdl ha alla Camera numeri molto preoccupanti e un saldo decisamente negativo visto che dal 2008 sono 60 i deputati che hanno lasciato il gruppo. Il colpo più duro alle certezze parlamentari del Cavaliere è arrivato da Gianfranco Finiche ha sfilato al Pdl 34 deputati, al netto dei cinque che sono poi tornati con il premier.

Le altre defezioni dopo la scissione di Fli
Già prima del divorzio tra Berlusconi e Fini, però, si erano avuti altri forfait: Mondello verso l'Udc e 5 verso il Misto (i liberaldemocratici Tanoni e Melchiorre e i due repubblicani Nucara e La Malfa, e il liberale Guzzanti, oggi membro di Popolo e Territorio). Poi il Pdl ha ceduto altri pezzi fornendo alcuni prestiti alla costituzione della terza gamba della maggioranza. Così, sotto le insegne di Popolo e Territorio, sono giunti 9 deputati del Pdl, anche se uno di essi, Pepe, è poi migrato nel gruppo Misto. Un'altra tegola sul Pdl è poi arrivata dal sottosegretario Gianfranco Miccichè che, dopo ripetuti avvertimenti, ha lasciato il gruppo portando con sé altri 6 deputati.

I malpancisti tengono in ansia il gruppo
Gli ultimi passaggi sono storia recente: dopo l'addio di Pittelli a settembre, è stata la volta di Santo Versace e, solo qualche giorno fa, di D'Ippolito e Bonciani. Ai numeri già risicati - 215 contando anche il forfait della Carlucci - bisogna poi aggiungere i frondisti che hanno firmato la lettera (altri cinque oltre a Pittelli), ancora inclusi nel gruppo pidiellino, stando al sito web della Camera, ma di fatto non più certi. Come pure tutta la galassia di malpancisti che si muove nella maggioranza e che rischia di far scendere ancor di più l'asticella: ben al di sotto dei 200, il che vorrebbe oltre 70 parlamentari persi solo alla Camera.

L'addio di Vizzini al Senato
Anche a Palazzo Madama, dove pure il Pdl e la maggioranza hanno avuto numeri più solidi di Montecitorio nelle ultime settimane, le certezze scricchiolano. L'ultima cattiva notizia per il partito del premier è arrivata dal presidente della commissione Affari costituzionali, Carlo Vizzini, che ha lasciato il gruppo per aderire al Psi di Riccardo Nencini. Con la sua uscita il Pdl a Palazzo Madama conta ora 128 parlamentari (erano 147 all'inizio della legislatura). Qui hanno pesato la scissione di Fli - che ha portato via undici parlamentari, di cui uno poi tornato sui suoi passi - e l'operazione "responsabili" con Coesione nazionale, cha ha visto uscire altri parlamentari.

La galassia degli scontenti a Palazzo Madama
Nella cifra tuttora riportata sul sito del Senato, sono però ancora compresi l'ex ministro Beppe Pisanu e quel gruppetto di senatori (una decina secondo i ben informati) che sono pronti a sostenere i progetti dell'opposizione e che chiedono a gran voce un passo indietro del premier. Dunque, a conti fatti, il Pdl ha numeri risicati anche al Senato: circa 120 senatori, cioè quasi trenta in meno rispetto ai risultati consegnati dalle urne. E, sommati alle defezioni della Camera, portano il totale a quota 100. Come dire che il partito del premier almeno in Parlamento, è ormai in caduta libera.

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