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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2011 alle ore 16:49.

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La Lega al contrattacco: Bossi riapre il Parlamento della PadaniaLa Lega al contrattacco: Bossi riapre il Parlamento della Padania

Dismessi i panni di partito di governo, la Lega prova a rispolverare quelli di lotta. E, dopo aver annunciato che farà opposizione all'esecutivo nascente di Mario Monti, il Carroccio passa al contrattacco e dalla segreteria politica, riunita oggi da Umberto Bossi, arriva la notizia della riapertura del Parlamento del Nord. La prossima riunione si terrà il 4 dicembre e così la villa vicentina Bonin Maistrello tornerà a ospitare il consesso del Carrroccio. Un ulteriore passo, quindi, verso quel cambiamento di rotta che il Senatur ha messo in campo per recuperare elettori in vista del nuovo ricorso alle urne.

Il battesimo del Parlamento padano nel 1997
Perché il Parlamento leghista riporta indietro le lancette dell'orologio a quel lontano 1997, quando quattro milioni di italiani del Nord (sei secondo le stime leghiste) si recarono alle urne per scegliere i rappresentanti del nuovo organismo tra i diversi partiti padani. La prima sede fu fissata a Villa Riva Berni a Bagnolo San Vito, in provincia di Mantova. Poi, nel 2007, su richiesta del Senatur, il Parlamento riaprì ufficialmente i battenti a Vicenza, nella villa Bonin Maistrello.

Prossima riunione il 4 dicembre
Ed è lì che si ritroveranno i leghisti il 4 dicembre prossimo, presieduti dall'ex ministro dell'Interno, Roberto Maroni, per dare battaglia al nuovo esecutivo. Bossi lo aveva detto chiaramente anche nei giorni scorsi: il Carroccio non appoggerà mai un governo tecnico. E oggi, in un colloquio telefonico con il premier in pectore, l'ha ribadito. «Non voteremo la fiducia ma valuteremo caso per caso i provvedimenti che saranno portati dal nuovo esecutivo».

La scelta del Cavaliere spiazza Bossi
Poi, a stretto giro, la segreteria politica ha ratificato la linea del segretario sancendo così il passaggio del Carroccio all'opposizione. Una scelta che ha provocato più di qualche sussulto nel Pdl - deciso invece ad assicurare il suo sostegno al nuovo esecutivo - ma il Senatur ha negato, almeno in pubblico, problemi con il Cavaliere. Vero è che la scelta del premier ha spiazzato e non poco il numero uno del Carroccio. Per ora l'asse tiene, ma in futuro si vedrà. (Ce. Do.)

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