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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2011 alle ore 14:00.
L'ultima modifica è del 28 novembre 2011 alle ore 11:43.

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Stefano Boeri, assessore alla Cultura e all'Expo di Milano, ha rimesso lunedì mattina le deleghe del suo assessorato nelle mani del sindaco Giuliano Pisapia. Si parlava di possibili dimissioni, ma la formula scelta è più soft: sarà Pisapia adesso a decidere se affidare di nuovo all'architetto l'incarico o decidere di trovare un altro politico che lo sostituisca. Probabilmente Boeri non avrà più la responsabilità sull'Expo e manterrà solo la cultura. Gli verrà tolto anche il ruolo di capodelegazione del Pd. Per lui è tuttavia probabile un'uscita dalla giunta comunale di Milano nei prossimi mesi. Per Boeri si sono fatti ormai difficili anche i rapporti con il Pd locale, che pure lo aveva sostenuto alle primarie del centrosinistra lo scorso novembre.

È ancora una volta l'Expo 2015 - come a luglio, quando già Boeri aveva minacciato le dimissioni -uno dei percorsi spinosi in cui si sono imbattuti la giunta e il sindaco. Il Comune di Milano ha firmato un accordo di programma per rivedere l'Orto Botanico del piano originale, firmato tra gli altri dallo stesso Boeri, in veste di architetto, più di 2 anni fa. Per mesi l'architetto ha però criticato la gestione del progetto nella zona di Rho Pero, sottolineando che l'Orto da lui realizzato sarebbe dovuto rimanere tale e quale. Parzialmente archiviato questo dibattito, le esternazioni di Boeri sono proseguite su altri temi. Alla giunta di Pisapia sono apparse come continue provocazioni.

L'ultima vicenda riguarda il Museo di arte contemporanea: Boeri ha fatto sapere di voler individuare un'altra collocazione (la ex sede dell'Ansaldo Breda) senza avvertire Pisapia. E cosi' nei giorni scorsi il caso è esploso. Nel week end la giunta di Milano si è riunita per decidere di risolvere la questione. La decisione è appunto quella di una momentanea sospensione delle deleghe, in attesa di una decisione definitiva da parte del sindaco nelle prossime ore.

Boeri, va ricordato, è stato candidato alle primarie del centrosinistra nel novembre 2010, sostenuto dal Pd. È stato battuto da Pisapia, candidato di Sinistra ecologia e libertà, diventato poi sindaco di Milano lo scorso maggio. Adesso lo scontro mette a rischio la tenuta di una compagine amministrativa che ha segnato una svolta epocale a Milano, dopo.

Pisapia ha avviato un confronto con gli altri assessori e incontrerà presto tutti i consiglieri comunali di maggioranza. «Nei colloqui avuti con i componenti della Giunta - è scritto in una nota - è stato ribadito che il bene più prezioso è la collegialità del lavoro della squadra di Governo di Milano, collegialità che è stata infranta più volte da parte di un solo assessore. Tutti i componenti della giunta interpellati dal sindaco hanno, infatti, riaffermato come sia assolutamente necessario lavorare, come è stato fino a ora nel loro rapporto con il sindaco, con unità di intenti e spirito di coesione, elementi fondamentali per realizzare gli obiettivi dell'Amministrazione».

Sulla vicenda è intervenuto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che non è entrato nel merito dello strappo, ma ha invitato i protagonisti della vicenda a «non disperdere la spinta» venuta dall'esperienza milanese. Intervenuto a margine dell'assemblea di Confindustria Monza e Brianza, Bersani ha aggiunto: «Credo che il Pd stia lavorando per creare un clima tale da riuscire ad aggiustare le cose. Non entro nel merito perché non ho elementi, ma vorrei che non si disperdesse questa grande spinta». Quanto alla soluzione, Bersani ha aggiunto: «Vedano loro, mi auguro che non ci siano turbative rilevanti a quel clima di spinta e vitalità che ha caratterizzato l'esperienza milanese».

Dall'opposizione la vicenda è stata bollata come un «gioco delle parti disgustoso» che avviene mentre Milano «affoga in una situazione climatica di emergenza» e che dimostra «l'inconsistenza di questa maggioranza e di questa giunta ad affrontare sia il quotidiano sia l'emergenza». Un giudizio severeo, quello del consigliere comunale del Pdl Riccardo De Corato, vicesindaco nelle giunte Albertini e Moratti. «Eravamo stati facili profeti nell' immaginare il progressivo sfaldamento di questa Giunta e di questa maggioranza - ha affermato de Corato - ma nessuno poteva prevedere che tutto avvenisse già nei primi sei mesi di governo». Ecco perché «è difficile pensare che possano continuare a governare Milano, che non merita queste sceneggiate, per altri quattro anni e mezzo».

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