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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2011 alle ore 10:23.

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Il giuramento dei nuovi componenti del Governo Monti. Nella foto un momento della cerimonia tenutasi a Palazzo Chigi (LaPresse)Il giuramento dei nuovi componenti del Governo Monti. Nella foto un momento della cerimonia tenutasi a Palazzo Chigi (LaPresse)

Hanno giurato alle 10 a Palazzo Chigi i nuovi componenti del governo Monti nominati ieri dal consiglio dei ministri. Una riunione lampo, durata circa venti minuti, che ha indicato 25 sottosegretari, 3 viceministri e, a sorpresa, anche un nuovo ministro, della Funzione Pubblica (che ha giurato al Quirinale). La squadra di governo è stata così completata, arriva a 28 componenti e nel suo complesso è molto più esigua rispetto al governo Berlusconi, che tra viceministri e sottosegretari contava 40 unità. Le persone che siederanno nel consiglio dei ministri, compresi il presidente del consiglio e il sottosegretario alla presidenza Antonio Catricalà, scende da 26 a 19. L'Esecutivo sarà operativo già nelle prossime ore, a partire dal rinnovato rapporto con le Camere, rimasto in stand-by nelle ultime settimane, e dal lavoro nelle varie commissioni parlamentari.

Monti: «Questa è una squadra snella e forte»
«Questa è una squadra snella e forte. Se faremo un buon lavoro aiuteremo l'Italia a uscire da una situazione molto difficile e forse aiuteremo le forze politiche che ci hanno dato fiducia a ristabilire un clima più sereno tra loro e una riconciliazione con l'opinione pubblica», ha detto il premier aprendo un breve discorso al termine del giuramento di viceministri e sottosegretari a palazzo Chigi. Un governo, ha detto Monti, che «si pone con umiltà al servizio del Parlamento». Per questo, ha proseguito, bisogna «stare attenti a parlare di conflitto di interessi. Noi saremo di una trasparenza assoluta». Monti ha anche annunciato che «il viceministro per l'Economia e le Finanze Vittorio Grilli sarà permanentemente invitato ad assistere alle sedute del Consiglio dei ministri».

Il rapporto con la politica, la polemica sui "ritardi",
Al termine della cerimonia di giuramento, Monti ha commentato due dei nodi principali degli ultimi giorni: il rapporto del suo governo con la politica tradizionale e la polemica sui "ritardi" del suo operato. «Per i sottosegretari ai Rapporti con il Parlamento ho offerto alle forze politiche di scegliere o una personalità di esperienza parlamentare o una di alta valenza tecnica: una ha optato per il primo criterio, una per il secondo, rispetto entrambe le soluzioni, certo che i due sottosegretari si rispetteranno tra di loro». ha detto Monti spiegando qual è stata la ratio per l'indicazione di Gianpaolo D'Andrea (che ha suscitato le polemiche del Pdl, visto il suo passato legato ai governi Amato e Prodi) e Antonio Malaschini. Con le forze politiche c'è «un rapporto costruttivo, con una innovazione statico-dinamica», ha notato Monti.

Un rapporto rinnovato che però ha causato anche i ritardi nel comporre la squadra di governo e, conseguentemente, mettere a punto le proposte per uscire dalla crisi: «Le difficili condizioni non mi hanno consentito di dedicare ogni momento alla composizione della squadra di governo. Ho dovuto dedicare parte del giorno e della notte all'elaborazione di misure economiche importanti e a intrecciare relazioni in Europa», ha detto il premier, che ha sottolineato anche il suo impegno per «prestare opera di convincimento» nei confronti di alcuni membri dell'esecutivo. I "ritardi", insomma, sono dovuti «alla differenza di questo governo rispetto a un governo cosiddetto politico. Nei governi politici - ha detto il premier - la proposta di entrare in un governo è gradita ai destinatari e porta a una immediata e lieta accettazione, che fa parte della carriera di chi svolge il nobile mestiere della politica. Nel nostro caso - ha detto ancora il premier - ho dovuto esercitare opera di persuasione». Molti dei membri del nuovo governo, ha ricordato Monti, sono «persone che hanno rinunciato a trattamenti economici migliori e a carriere in nome dello spirito di servizio al Paese».

Monti ha fatto poi riferimento a un'altra polemica, quella del suo limitato rapporto con la stampa: «In questi primi giorni mi avete visto poco in momenti di dialogo con voi, non mi scuso perché è derivato dalla stretta necessità, ma in futuro ci sarà più dialogo. Avremo un dialogo molto più frequente e intenso», ha promesso il premier.

Ma il Pdl polemizza: sono stati commessi degli errori
Tuttavia le polemiche proseguono, dopo aver accompagnato questi giorni di confronto sulle nomine, attorno al nodo della presenza o meno di politici: «Si è violato un principio: l'indicazione doveva essere solo tecnici e non politici», ha ribadito questa mattina Maurizio Gasparri, presidente del Gruppo Pdl al Senato, intervenendo ad Agorà su Rai Tre. «Non capisco la pervicacia del Pd e dell'Udc di pietire due poltroncine, è patetico. Diano una dimostrazione di stile e rinunciassero. Sono stati commessi due errori (nella nomina dei sottosegretari del Governo Monti, ndr.): non ho nulla di personale contro Giampaolo D'Andrea, ma è un uomo schierato e d'emanazione politica. Stessa cosa vale per Gianluigi Magri, sembra un tarzan che salta da un governo all'altro».
Critico, ma con moderazione, anche l'ex ministro della Difesa Ignazio La Russa: se «qualche nome fuori dal cesto è uscito non sarà un sottosegretario in più o in meno a cambiare le sorti e la natura di questo governo», dice, ribadendo che il Pdl è pronto a fare la sua parte.

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