Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2011 alle ore 08:22.

My24
Draghi: Bce pronta a fare la sua parteDraghi: Bce pronta a fare la sua parte

Dal nostro corrispondente Beda Romano
BRUXELLES. Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea, ha esortato i Paesi dell'Unione a mettere a punto rapidamente «un nuovo contratto» di finanza pubblica. In cambio, il banchiere centrale - preoccupato anche dalla crisi economica - ha aperto la porta a nuove misure per stabilizzare i mercati, dando l'impressione di tracciare i contorni di una possibile intesa per evitare il tracollo della zona euro.

«Credo che la nostra unione economica e monetaria abbia bisogno di un nuovo contratto di finanza pubblica (fiscal compact, in inglese) - una riscrittura fondamentale delle regole di bilancio da associare agli impegni dei Paesi della zona euro» in questo campo, ha detto Draghi nella sua prima audizione dinanzi al Parlamento europeo a Bruxelles dopo il suo insediamento il 1° novembre.

«Ci potrebbero chiedere - ha proseguito Draghi - se un accordo di finanza pubblica sarebbe abbastanza per stabilizzare i mercati e come una visione credibile di lungo termine possa essere di aiuto nel breve periodo. Rispondiamo che ai nostri occhi è chiaramente l'elemento più importante per iniziare a restaurare credibilità. Altri elementi potrebbero seguire, ma la sequenza è importante».

Quest'ultimo aspetto è cruciale. Da settimane ormai le speranze di molti nella zona euro è che la Bce possa calmare i mercati, acquistando debito pubblico più di quanto non stia già facendo. Nella sua audizione davanti a un'aula desolatamente vuota, Draghi ha spiegato che l'istituto «può agire nell'ambito dei Trattati, ma non gli può essere chiesto di andare oltre i Trattati», anche se non ha escluso l'ipotesi di una loro modifica.
Prevale l'idea che i testi lascino un certo margine alla Bce fin tanto che l'obiettivo dell'istituzione nell'agire sui mercati è di proteggere la stabilità finanziaria della zona euro o garantire una buona trasmissione della politica monetaria. La Bce è pronta probabilmente a fare di più purché sia sicura che un «nuovo contratto» di finanza pubblica preveda un controllo europeo e indipendente sui bilanci nazionali.

L'espressione fiscal compact non è banale. Draghi non lo ha detto, ma è probabile che il suo pensiero corra ad Alexander Hamilton (1755-1804), primo segretario al Tesoro degli Stati Uniti, che alla vigilia della rivoluzione americana del 1776 aveva promosso l'idea di un voluntary compact, di un accordo volontario, tra governati e governanti. Il riferimento indiretto è tanto elegante quanto significativo.
Il futuro ruolo della Bce è legata ad accese trattative tra gli Stati membri in vista del Consiglio europeo dell'8-9 dicembre. La Germania si è detta pronta a «una riduzione della sua sovranità» pur di costruire un nuovo assetto istituzionale, che rafforzi la disciplina dei conti pubblici e l'integrazione dell'Unione. La Francia appare invece più restia a trasferire poteri a istituzioni sovranazionali.

Il presidente della Bce ha tracciato un compromesso tra l'urgenza del breve termine e gli impegni di lungo periodo. La banca è pronta a giocare un ruolo, a precise condizioni. Negli ultimi giorni alcuni Paesi, finora preoccupati da una monetizzazione del debito, hanno rivisto la loro opposizione a un ruolo maggiore della Bce. Intanto sul fronte economico, Draghi è sembrato confermare le attese per un nuovo taglio dei tassi. «I rischi al ribasso per l'economia sono aumentati», ha avvertito, a una settimana dalla riunione del consiglio direttivo. «La politica monetaria della Bce è costantemente guidata dall'obiettivo di mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine - e questo vale per la stabilità dei prezzi nelle due direzioni», al ribasso e al rialzo. Il tasso di riferimento è oggi all'1,25 per cento.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi