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Questo articolo è stato pubblicato il 28 dicembre 2011 alle ore 16:23.

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La prima pagina dell'International Herald Tribune, edizione internazionale del New York Times, è oggi dedicata al dramma africano degli stupri in Somalia, ai lati due articoli sul turbolento Medio Oriente: a sinistra la Siria che da marzo vive la ribellione del popolo al regime di Assad repressa nel sangue davanti a Onu e Occidente impotenti, e a destra l'Iran con la minaccia atomica sullo sfondo e nuove tensioni che riguardano lo Stretto di Hormuz, passaggio decisivo per il commercio del petrolio.

Teheran minaccia di chiudere Hormuz, Usa: intollerabile (di Vittorio Da Rold)

Due crisi accomunate dal fattore religioso in seno all'Islam: lo sciismo, di casa in Iran e potente minoranza in Siria (la famiglia Assad come i capi dell'esercito fa parte della minoranza alauita di derivazione sciita). Così mentre gli osservatori della Lega Araba giunti ieri a Homs assistono ai rilascio di 775 dissidenti politici da parte del regime di Damasco in segno di distensione (anche se le violenze continuano in tutto il paese), Teheran minaccia di bloccare il traffico di petroliere nello stretto di Hormuz se verranno decise sanzioni contro il suo export petrolifero. Così titola uno dei maggiori quotidiani arabi oggi, l'Al-Sharq al-Awsat, giornale di proprietà saudita: «A Homs va avanti l'intifada nel giorno della visita, si chiede una protezione internazionale». Si legge nell'articolo che «in 70mila manifestano contro il regime nel momento in cui arrivano gli osservatori arabi, la sicurezza usa i lacrimogeni contro di loro. Secondo fonti del nostro giornale Bab Amro è ancora sotto assedio, gli osservatori hanno visitato la cittá per circa un'ora poi si sono ritirati».

La visita degli osservatori in Siria non si sta rivelando facile. I ribelli al regime temono che gli osservoatori della Lega Araba diventino falsi testimoni delle repressioni in Siria, cioè ch vedano solo quello che Damasco vuol fare vedere. Gli abitanti del quartiere di Baba Amro a Homs, epicentro della contestazione contro il regime del presidente al Assad, si sono rifiutati di fare entrare gli osservatori della Lega araba nel quartiere perché erano scortati da un ufficiale siriano, ha reso noto l'Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh). «Gli abitanti di Baba Amro hanno impedito agli osservatori di entrare per la presenza di un ufficiale dell'esercito siriano. E li hanno invitati a visitare i feriti e i parenti dei martiri invece che i membri del partito Baath», ha spiegato Rami Abdel Rahmane. Il comitato degli osservatori si è quindi recato in un altro quartiere ribelle della città, Bab Sebaa, in cui il regime aveva preparato una manifestazione pro Assad. L'Osdh teme che «gli osservatori arabi diventino i falsi testimoni delle violazioni dei diritti umani commesse in Siria». I carri che ieri sono stati ritirati dalle strade di Homs, poco prima dell'arrivo degli osservatori «potranno essere ridispieati in cinque minuti», ha commentato Abdel Rahmane, chiedendo agli inviati della Lega araba di indagare sulla sorte delle decine di migliaia di persone arrestate dall'inizio della rivolta a marzo.

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