Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 gennaio 2012 alle ore 12:58.

My24
(Ansa)(Ansa)

Quattro italiani su dieci sono catturati dal gioco d'azzardo. Il giocatore tipo è un maschio, con la licenza media inferiore, che beve alcolici e fuma. Ma la categoria più a rischio è quella dei giovani giocatori, che abusano anche di farmaci come i tranquillanti. A tracciare lo scenario è una ricerca
dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr), pubblicata su Springer Science.

«Nel complesso, valutando l'impennata nella spesa per il gioco d'azzardo degli ultimi anni, è necessario considerare, a prescindere dai benefici generati dall'attività del comparto, che per una fetta consistente della popolazione il gioco d'azzardo è una dipendenza da contrastare con opportune azioni» afferma Sabrina Molinaro dell'Ifc-Cnr, coordinatrice della ricerca.
Dallo studio emerge che «il 42% della popolazione campionata nelle fasce di età 15-24 e 25-64 ha giocato somme di denaro almeno una volta nel corso degli ultimi 12 mesi». «In proporzione, - riferisce Molinaro - possiamo considerare circa 17 milioni di persone coinvolte dal gioco d'azzardo, una sorta di epidemia sociale che condiziona molte famiglie italiane».

«Dichiara di aver giocato almeno una volta negli ultimi dodici mesi -prosegue Molinaro - il 36% dei 15-24enni (equivalente a 2,2 milioni di giovani adulti), composto dal 27% di cosiddetti giocatori sociali e dal 9% di problematici, questi ultimi corrispondenti a 500mila persone». Quindi, sebbene giochino meno in generale, secondo lo studio del Cnr, i giovani presentano più frequentemente rispetto agli adulti situazioni di gioco problematico.
«Negli adulti - spiega la ricercatrice - coloro che affermano di aver giocato almeno una volta negli ultimi dodici mesi sono il 45% (in proporzione 15 milioni), tra il 37% che non presenta criticità e l'8% classificato tra i problematici». E ad essere più esposta, secondo lo studio del Cnr Ipsad-Italia 2007-2008, è la popolazione maschile, in entrambe le fasce di età.
«Gli uomini giocatori sono il 56% tra i 15-24enni e il 54% tra gli adulti. Il 10% dei giovani maschi giocatori -sottolinea ancora Molinaro- rischia di sviluppare dipendenza da gioco d'azzardo, cioè cinque volte di più rispetto alle coetanee, anche se la popolazione femminile ha probabilità doppia di cadere nel gioco problematico rispetto agli uomini nella fascia 25-64».

La predominanza maschile, secondo Molinaro, sarebbe da rimandare al
marketing, «orientato soprattutto verso i maschi, con un'offerta vasta di scommesse sportive, poker on-line, slot-machine. Solo di recente la pubblicità si rivolge alle donne con giochi come il bingo, gratta e vinci, lotto, superenalotto». Anche il livello di istruzione e la concomitanza di altre problematiche ha la sua influenza, soprattutto nella fascia giovanile.
«I giocatori 15-24enni in possesso della sola licenza media inferiore, uomini e donne, - conclude la ricercatrice - cadono maggiormente nella dipendenza rispetto a chi ha conseguito la laurea. Inoltre, tra i giovani che usano tranquillanti tale possibilità è tripla, mentre per chi fuma oltre 11 sigarette e per chi ha un profilo di alcolismo è doppia».

Dopo l'allarme di Bagnasco, quello dalla commissione antimafia: il gioco d'azzardo prolifera sempre più in forme criminogene
Nei giorni scorsi, il cardinale Angelo Bagnasco aveva definito il gioco d'azzardo «una piaga, una nuova forma di droga da cui bisogna guardarsi con estrema determinazione e con grande consapevolezza», facendo appello anche alla politica perché ponesse freno al dilagare delle scommesse online. Ieri, poi, un altro allarme era stato lanciato dal senatore Pdl Raffaele Lauro, membro della Commissione antimafia, per il quale «il gioco d'azzardo sta proliferando in Italia in forme criminogene. Vengono aperte sale da gioco anche accanto alle scuole, alle chiese ed ai cimiteri. Se il silenzio colpevole delle istituzioni, del parlamento, del governo e, in particolare, della stampa, continuerà, non resterà che affidarsi ad un referendum popolare per l'abrogazione delle norme sul gioco d'azzardo».
Della stessa opinione anche l'associazione Libera, di Don Luigi Ciotti, che il 9 gennaio prossimo, a Roma, presenterà un dossier su «Gioco d'Azzardo: cifre, storie e giro d'affari criminali della "terza impresa" del Paese»: «Il gioco d'azzardo comporta risvolti etici, educativi e patologici, perché crea dipendenza in una fascia non esigua di giocatori e di fatto costituisce una vera e propria tassa sui poveri che si illudono di far quadrare i propri bilanci tramite scorciatoie. E non da ultimo alimenta gli affari della criminalità perché non solo ad ogni espansione del gioco legale si avverte anche un espansione del gioco illegale, ma crea indebitamento e quindi ricorso a fonti di denaro illecito e alla pratica sempre più diffusa dell'usura». (Ch. B.)

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi