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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2011 alle ore 09:04.

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«Chi non vuol perdere, non giochi», recita il proverbio. Saggezza popolare che, anche nel 2011, è rimasta voce inascoltata. Gli italiani hanno speso 76,5 miliardi di euro in giochi e scommesse, incassandone 57,5 in vincite e premi: ovvero, 19 miliardi in meno di quanto puntato. Chi non ha perso è stato lo Stato, che non giocando (saggezza ministeriale) ha incassato 9,3 miliardi di euro. Erano 8,7 nel 2010.

I dati sono stati diffusi ieri da Agipronews, agenzia di stampa specializzata nel settore "giochi a pronostico e scommesse". La tabella che pubblichiamo mostra, gioco per gioco, la variazione registrata rispetto al 2010, e riporta anche quanto incassato dall'erario. Per quest'ultima voce, la cifra non tiene conto delle entrate derivate da bandi di gara e da versamenti una tantum non collegati direttamente agli incassi da giochi.

La raccolta del 2011 fa segnare un incremento del 24,3% rispetto all'anno precedente. In termini assoluti, gli incassi sono cresciuti rispetto al 2010 (chiuso a 61,5 miliardi) di 15 miliardi. L'anno che sta per finire sarà ricordato anche per il boom dei giochi online: fra poker, casinò, scommesse e il resto dell'offerta via internet dei Monopoli, secondo le stime Agipronews, il volume generato nel 2011 dal gioco online sfiorerà i 10 miliardi di euro. Più del doppio rispetto alla raccolta del 2010 (4,8 miliardi). Il risultato è stato determinato soprattutto dall'introduzione, a metà luglio, del poker cash - che da solo dovrebbe raggiungere i 4,6 miliardi di euro di raccolta 2011 - e dei giochi da casinò. Il settore online si è rivelato più "generoso": il 92% di quanto versato dai giocatori è tornato nelle loro tasche. Mentre l'erario ha "vinto" 180 milioni.

Ottima risposta dei giocatori anche nei confronti dei casinò games, che chiuderanno il 2011 a circa 1,5 miliardi. Poker cash e casinò in versione telematica hanno anche un altro vantaggio: la spesa reale dei giocatori è bassa (rispettivamente 130 e 47 milioni di euro), se parametrata alla raccolta. «Un dato che si spiega con il meccanismo di gioco e rigioco – spiega Agipronews in una nota –. Le fiches che il pokerista online movimenta nel corso delle sue partite producono incassi lordi enormi, ma incidono in termini minimi sulla spesa reale, al punto che la percentuale di restituzione sotto forma di vincite ai giocatori è del 97,2% per il poker cash e del 96,8% per i casinò games».

Con una raccolta di 41,5 miliardi, le New Slot (categoria "apparecchi di intrattenimento") e le Videolotteries generano il 54,2% degli incassi totali. Rispetto allo scorso anno, la raccolta complessiva del segmento "macchinette" è migliorata di oltre 10 miliardi, grazie proprio alle Videolotteries, lanciate quest'anno.

Tra i giochi, l'incremento percentuale più alto si registra per il Lotto: merito dell'ottima performance del 10eLotto e di alcuni numeri ritardatari (per la cronaca: i due "centenari" per eccellenza sono il 29 sulla ruota di Palermo e il 13 su Genova, assenti rispettivamente da 150 e 105 turni). Il Superenalotto riduce la raccolta del 27%, penalizzata dall'assenza di un superjackpot come quello centrato a ottobre 2010: un «6» da 178 milioni che aveva fatto volare giocate e incassi. A dispetto del calcolo delle probabilità. E di qualsiasi proverbio.

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