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Questo articolo è stato pubblicato il 05 gennaio 2012 alle ore 10:58.

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Manifestazione di protesta contro il Presidente siriano Bashar al-Assad (REUTERS)Manifestazione di protesta contro il Presidente siriano Bashar al-Assad (REUTERS)

Burhan Ghalioun, presidente del Consiglio nazionale siriano nato sul modello di quello libico che ha guidato la ribellione a Gheddafi, ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire per imporre in Siria «una parziale no-fly zone», che servirebbe a creare una zona sicura per rifugiati e disertori. Ghalioun ha però spiegato alla Bbc che l'opposizione siriana è contraria a un intervento sul modello di quello effettuato dalla Nato in Libia. Si tratta della prima apertura del leader del Cns all'ipotesi di un intervento straniero; finora Ghalioun aveva sempre rifiutato questa possibilità.

Nelle stesse ore il regime siriano annuncia il rilascio di 552 persone arrestate nelle proteste contro le autorità di Damasco, ha riferito l'agenzia ufficiale Sana. « Non hanno le mani macchiate di sangue» ha reso noto l'agenzia Sana nel dare la notizia. Si tratterebbe di persone "implicate" nel movimento popolare di protesta contro il presidente Bashar al Assad, che però non sono state coinvolte in azioni di sangue.

Giá lo scorso 28 dicembre, all'indomani dell'arrivo in Siria della missione degli osservatori della Lega Araba, il regime aveva disposto la scarcerazione di 755 persone arrestate nel corso delle proteste. Il 30 novembre erano stati rilasciato 912 prigionieri. Ci sono però altri morti: sette persone sono state uccise dalle forze di sicurezza fedeli al presidente, mentre nel Paese prosegue la missione degli osservatori della Lega Araba. Lo denunciano gli attivisti del Comitato generale della rivoluzione siriana, citati dalla tv Al-Arabiya. Le fonti non hanno precisato se le vittime siano civili o militari.

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