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Questo articolo è stato pubblicato il 09 gennaio 2012 alle ore 16:29.

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L'Italia è diventata protagonista delle grandi manovre per risolvere la crisi dell'eurozona. L'intenso calendario di incontri del primo ministro Mario Monti, che ha visto venerdì a Parigi Nicolas Sarkozy, mercoledì andrà a Berlino per incontrare Angela Merkel e il 20 gennaio riceverà a Roma entrambi i leader, prima del vertice Ue di fine gennaio a Bruxelles, è uno dei fili rossi delle cronache europee.

L'Italia "si esprime con la ritrovata fierezza di essere di nuovo considerata in Europa come un Paese di primissimo piano dopo la dolorosa parentesi del governo Berlusconi", scrive sul quotidiano francese Les Echos l'opinionista Massimo Prandi. Il primo ministro Monti è "apprezzato e rispettato nelle capitali europee" e anche il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha "un'eccellente reputazione". Entrambi erano a Parigi e "hanno sottolineato le convergenze con la Francia".
Tuttavia ci sono i "ma": "L'Italia attesta le ampie convergenze con la Francia ma critica la gestione della crisi del debito", titola Les Echos. Forte di quanto ha fatto finora per tenere a bada la crisi del debito, l'Italia – si legge - "fa la voce grossa", chiede più coordinamento europeo, sottolinea che il sistema di governance dell'Europa si è rivelato inadeguato, considera insufficiente la leadership franco-tedesca e loda la gestione multilaterale.

"Una gestione multilaterale che dovrà applicarsi anche nel caso della tassa sulle transazioni finanziarie che la Francia vuole applicare entro l'anno", che Sarkozy vuole adottare senza aspettare che tutti i Paesi europei siano d'accordo. E "Roma non seguirà Parigi su questo terreno se Parigi sceglie la fuga".
Tobin tax, crisi dell'euro e congiuntura sono i piatti del menu di Merkel e Sarkozy, oggi a Berlino, titola ancora Les Echos, osservando che l'idea di una tassa sulle transazioni finanziarie può fare momentaneamente da diversivo, ma rischia di trasformarsi in fonte di tensione tra i due leader, mentre restano da discutere molti problemi, a cominciare dal trattato di unione di bilancio deciso il 9 dicembre. "L'Italia, ma non è la sola, è molto inquieta dell'obbligo imposto agli Stati di ridurre di 1/20mo all'anno l'indebitamento medio degli Stati. Per l'Italia, il cui debito è superiore al 120% del Pil, ciò significherebbe far rispettare un'austerità da 40 miliardi all'anno. Impossibile, ha già avvisato Mario Monti".

Quanto alla riunione di mercoledì del cancelliere tedesco con il premier italiano, "Monti dimostrerà alla Merkel che Berlino trae vantaggio dal mercato unico e dall'euro", titola un'Afp ripresa da Les Echos, dando eco alle dichiarazioni di Monti "L'euro non è in crisi, le banche italiane non sono a rischio" e proclamando fiducia nell'Europa in commento di Jean Leonetti intitolato "L'euro è morto, viva l'euro".

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