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Questo articolo è stato pubblicato il 09 gennaio 2012 alle ore 16:29.

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Mentre Le Monde punta i riflettori sulla controversa idea della Tobin tax, "scenario privilegiato per Sarkozy", mettendo il tema in apertura dell'edizione cartacea ("Sarkozy vuole instaurare una tassa Tobin al minimo"), il Nouvel Observateur riprende un lancio Ap su Monti "Nessun paese può superare la crisi del debito da solo" e rimbalzano sui siti francesi anche le dichiarazioni fatte dall'ex premier italiano Romano Prodi: "La Francia a rischio" (Afp su le Figaro), "Per Prodi la Francia non deve servire da ruota scorta della Germania" (Libération).

"Sarkozy rompe le fila mentre Monti chiede all'Ue di stare unita", titola il britannico Times: "Francia e Italia hanno cercato di dimostrare determinazione" di fronte alla rinnovata pressione sull'euro, ma sono emerse "divergenze" quando Sarkozy ha detto che sarebbe andato avanti da solo con una tassa sulle transazioni finanziarie e "Monti ha
messo in guardia il Nord Europa contro il rischio di dividere la regione".
Da Monti è venuta un'altra nota di "dissenso", osserva il Times, quando ha esortato la Germania e gli altri Paesi del Nord Europa a non lasciare che i pregiudizi sul Sud "spendaccione" crei nuove divisioni.
Sul Telegraph trovano spazio le dichiarazioni fatte da Monti a "Che tempo che fa" su Rai 3: "L'euro non è in crisi". Il premier italiano respinge le chiacchiere sulla crisi dell'euro e si è detto aperto all'idea di una tassa sulle transazioni finanziarie caldeggiata dalla Francia, ma solo se la misura fa parte di uno sforzo di tutta l'Ue".

Ma di crisi dell'euro si continua a parlare. Il Wall Street Journal pubblica un commento in cui l'economista Robert Barro propone di eliminare l'euro. Sotto il titolo "Un'exit strategy dall'euro", il professore di Harvard scrive che "l'euro può essere gradualmente eliminato così come lo sono state le singole valute europee. I bond dei Paesi in difficoltà ne
trarrebbero giovamento".
Un'unione monetaria senza "il resto del bagaglio" è un "sogno impossibile". In particolare, la moneta unica è legata a "una banca centrale comune con poteri d'ultima istanza". Secondo Barro, l'euro è stato "un nobile esperimento, ma è fallito" e invece di sprecare altri soldi per ampliare la portata del sistema e sviluppare fondi di salvataggio sempre più estesi, "sarebbe meglio per l'Ue e per gli altri pensare a come meglio tornare a un sistema di singole valute".

Il Wsj prevede che difficilmente l'euro troverà aiuto nella prossima riunione della Bce, che secondo le attese questa settimana dovrebbe fare una pausa nella sua campagna di taglio dei tassi. "Ciò non porterà una tregua" per l'euro.
Mentre i candidati repubblicani alle presidenziali Usa vanno ripetendo che non daranno soldi all'Europa, in un blog sul Wsj ("Quid pro quo: soldi Fmi per l'Europa in cambio del bando sul petrolio iraniano?"), Ian Talley fa notare la coincidenza rilevata dall'economista Jacob Kirkegaard tra la proposta europea di embargo sul petrolio iraniano e il sostegno di Washington a prestiti di salvataggio Fmi per Italia e Spagna." Una coincidenza che fa pensare a uno scambio.

L'attenzione ora è sull'incontro tra Merkel e Sarkozy: sulla homepage del Wall Street Journal campeggia la foto dei due leader, che hanno avviato il nuovo round della battaglia per portare sotto controllo la crisi del debito dell'eurozona. Improvvisamente, si legge, "è riemerso lo spettro di un default della Grecia", gettando dubbi sul futuro del più ambizioso progetto europeo.
In un'analisi sul New York Times, Jack Ewing scrive che "la Germania resiste alle pressioni di spendere di più". Italia, Spagna e Grecia hanno cominciato a tagliare la spesa pubblica "perché non hanno scelta". Ma la Germania è ancora abbastanza sana da poter "fare un favore ai suoi partner" e concentrarsi di più sul promuovere la domanda e meno sul tagliare il debito. "Potrebbe farlo, ma quasi certamente non lo farà". In Germania, spiega Ewing, c'è un ampio consenso sul fatto che "austerità e crescita non sono nemici. Anzi, sono compagni". Così sia Sarkozy che Monti non devono aspettarsi impegni finanziari dalla Merkel.

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