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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2012 alle ore 15:01.
Clini: la priorità è che il carburante non esca
In ballo ci sono 2.400 tonnellate di carburante contenute nel serbatoio e «la priorità delle priorità - ha detto il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini - è evitare che esca. Stiamo lavorando avendo a mente che questo disastro deve essere evitato». Il problema ambientale, ha detto il ministro «è serio». Uno sversamento «potrebbe compromettere una zona di parco naturale molto pregiato». Clini ha quindi riferito della consultazione con il ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera, «per il coordinamento di iniziative e interventi».
La Concordia navigava a soli 150 metri dalla riva
La nave Costa Concordia, al momento dell'impatto con gli scogli si trovava a una distanza di circa 150 metri dalla riva, una distanza eccessivamente vicina considerate le dimensioni e la stazza dell'imbarcazione. È quanto emerge dall'inchiesta che stanno conducendo i pm di Grosseto, coordinati dal procuratore capo Francesco Verusio, titolare delle indagini. I sostituti procuratori della Procura di Grosseto sono giunti su una motovedetta all'isola del Giglio per svolgere un sopralluogo, nel tratto di mare dove è avvenuto l'incidente, finalizzato alle indagini. Con i pm Stefano Pizza, Alessandro Leopizzi e Maria Navarro ci sono gli investigatori dei Carabinieri e Guardia Costiera. Il sopralluogo si svolgerà anche con un'osservazione esterna della nave e dei luoghi dove è avvenuto l'incidente. I tre sostituti lavorano all'inchiesta insieme al procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio.
Ieri l'arresto del capitano
Pericolo di fuga e possibile inquinamento delle prove sono i due motivi per cui la Procura di Grosseto ha deciso il fermo di polizia giudiziaria per il capitano Francesco Schettino, comandante della nave Costa Concordia nel naufragio all'isola del Giglio. A riferirlo il difensore, l'avvocato Giulio Leporatti.
La scatola nera sta già "parlando"
La scatola nera della nave Costa Concordia sta già "parlando". L'ha riferito il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, rendendo noto che l'esame della scatola è in corso e sarà completato in un paio di giorni. Emergerebbe una differenza di un'ora tra l'impatto alle 21 e 45 e l'allarme alla Guardia costiera circa delle 22 e 43.
Il comandante non è stato l'ultimo ad abbandonare la nave
«Il comandante ha abbandonato la nave quando c'erano ancora molti passeggeri da portare in salvo», e «le operazioni di soccorso non sono state coordinate dal comandante», ha detto il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio. «Stiamo verificando chi si è assunto poi il compito di dirigere le operazioni di salvataggio, perchè il comandante ha abbandonato la nave molte ore prima che si concludessero le operazioni di salvataggio di tutte le persone a bordo».
Difende l'equipaggio il cappellano della nave
Ha difeso il comportamento dell'equipaggio il cappellano della Costa Concordia, don Raffaele Malena. «Il disordine - spiega il sacerdote ai microfoni della Radio Vaticana - non è stato creato dall'equipaggio, l'ha creato il panico, l'ha creato la paura tra i passeggeri. L'equipaggio si è prodigato, non è vero che era passivo. Ed è troppo facile dire impreparazione».
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