Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2012 alle ore 16:05.
L'ultima modifica è del 17 gennaio 2012 alle ore 10:23.

My24
Costa, l'esplosivo per le ricerche nella nave. Il comandante Schettino davanti al GipCosta, l'esplosivo per le ricerche nella nave. Il comandante Schettino davanti al Gip

Arresti domiciliari per il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino. È la decisione del gip di Grosseto, Valeria Montesarchio, che ha anche convalidato il fermo del comandante disposto dalla procura di Grosseto sabato scorso. Sono intanto 28 i dispersi del naufragio della nave Costa Crociere che si aggiungono agli 11 morti accertati; la prefettura di Grosseto diffonde i nomi dei dispersi sul sito.

Sembrava che il loro numero si fosse fermato a 16, sono invece 16 donne, una bimba e 11 uomini, 4 membri dell'equipaggio e 25 passeggeri. Tra questi ultimi ci sono 12 tedeschi, sei italiani (William Arlotti di Rimini e sua figlia Daiana di 5 anni; la giovane sposa Maria D'Introna di Biella; le due amiche siciliane Maria Grazia Trecanico e Lucia Virzì, e Giuseppe Girolamo, un musicista 30enne di Alberobello), quattro francesi, una coppia statunitense e una giovane peruviana. C'è poi il timore del disastro ambientale: nei serbatoi del relitto ci sono oltre 2300 tonnellate di carburante.

Il procuratore di Grosseto Francesco Verusio non approva la decisione del Gip che ha convalidato il fermo del comandante Francesco Schettino e lo ha scarcerato applicando la misura degli arresti domiciliari. «Non lo capisco il provvedimento del Gip. Sono curioso di leggere le motivazioni e domani insieme agli altri colleghi ne prenderemo atto». Durante l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari, al fine dell'eventuale convalida del fermo disposto a suo carico con le accuse di omicidio plurimo colposo, naufragio e abbandono di nave Schettino ha ammesso: «Ero io al comando della nave» al momento dell'impatto. Il comandante ha risposto alle domande di gip per circa tre ore. Il legale di Schettino ha raccontato che il suo assistito ha «rivendicato quello che è stato il suo ruolo di direzione della nave successivo all'urto che ha prodotto il risultato di salvare centinaia se non migliaia di vite». Ma il procuratore di Grosseto Verusio, che indaga sul naufragio, parlando della posizione del comandante ha precisato che «al momento le accuse sono di omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono di nave. Rischia fino a 15 anni di carcere».

Per ora gli indagati sono due: oltre a Schettino, è sotto inchiesta il primo ufficiale in plancia Ciro Ambrosio, denunciato in stato di libertà. Ma non si esclude che il numero degli indagati aumenti nelle prossime ore. «Valuteremo eventualmente le posizioni di altre persone dopo l'udienza di convalida di Schettino», ha detto ieri sera il procuratore capo di Grosseto.

Ammutinamento
Restano troppe le domande senza risposta logica nel comportamento di del comandante della nave da crociera. E il sospetto di un vero ammutinamento a bordo: è la parola che usano oggi nei loro titoli sia Corriere della Sera, sia Repubblica. Dopo l'impatto con lo scoglio, racconta l'ufficiale Alessandro di Lena a La Repubblica, «il comandante si è attaccato al suo telefono cellulare, ha fatto numerose chiamate. Noi gli facevamo numerose domande. "Comandante che si fa?" Ma lui niente, era sempre al telefono». Secondo quanto viene riferito, «Schettino chiama almeno tre volte, forse quattro, Ferrarini, con cui parla a lungo».

Roberto Ferrarini è il responsabile dell'unità di crisi e controllo della flotta Costa. Fonti della società armatrice confermano a Repubblica che «è vero. Schettino ha contattato Ferrarini una prima volta alle 22.05 e a seguito di quella comunicazione sono state attivate le procedure d'emergenza». Ma l'evacuazione è stata ordinata soltanto alle 22.58, dopo un'ulteriore insistenza della Guardia Costiera. Fonti ufficiose della compagnia confermano che le comunicazioni di quella notte con Schettino sono movimentate, come riferisce il giornale. Alle 22.30 circa, gli ufficiali si sarebbero resi conto che attendere una risposta dal comandante era inutile e avrebbero investito di fatto del comando della nave il comandante in seconda, Roberto Bosio, che ha dato il via all'immediata evacuazione. E' «l'ammutinamento».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi