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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2012 alle ore 12:53.
L'ultima modifica è del 17 gennaio 2012 alle ore 12:00.

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Massimo Ponzoni (Ansa)Massimo Ponzoni (Ansa)

Massimo Ponzoni, l'ex assessore lombardo accusato di corruzione, concussione, bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita nell'ambito di un'indagine monzese, sta per essere trasferito nel carcere di Monza. Nella tarda mattinata di oggi il politico, ricercato da ieri, si è costituito ai militari del Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano. «Massimo Ponzoni è a disposizione per chiarire l'intera vicenda e dimostrare l'infondatezza delle complesse contestazioni a suo carico. Anche in passato si era sempre presentato ai magistrati», hanno spiegato in un comunicato i legali del politico del Pdl, Luca Ricci e Sergio Spagnolo.

«Non appena appreso dell'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa a suo carico dalla Procura della Repubblica, il nostro assistito è immediatamente rientrato a Monza, mettendosi a totale disposizione della magistratura inquirente, desiderando chiarire fino in fondo la sua posizione».

«È opportuno ricordare - aggiungono i legali - che Ponzoni sia nel corso del 2010 che nel corso del 2011 si è presentato spontaneamente ai magistrati di Monza, chiarendo la sua posizione in relazione a pregresse contestazioni, e mettendo a disposizione, in modo del tutto trasparente, la sua completa situazione patrimoniale e finanziaria. Ora come allora il Ponzoni è certo di poter dimostrare l'infondatezza delle pure complesse contestazioni mosse a suo carico. Al fine di garantire la massima serenitá nell'affrontare questa delicata situazione, il signor Ponzoni si è dimesso dalla carica di segretario della Presidenza del Consiglio regionale».

Le dimissioni da consigliere segretario nell'Ufficio di presidenza
Ponzoni ha lasciato l'incarico di consigliere segretario all'interno dell'Ufficio di presidenza dell'assemblea lombarda. A confermarlo è Davide Boni, presidente del Consiglio regionale. «Ringrazio Ponzoni per le dimissioni - ha detto - perché consentono all'Ufficio di presidenza di potersi presto ricostituire al completo. Mi auguro che la magistratura faccia il suo lavoro e auguro a Ponzoni di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti». Ponzoni, resta consigliere regionale.

Formigoni: si dimetta, non come Penati. Alla stampa: dite la verità
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha invitato il consigliere regionale del Pdl Massimo Ponzoni, sul quale da ieri pende un mandato di arresto, a costituirsi e dimettersi e definisce la bufera che coinvolge la sua Giunta dopo il nuovo caso giudiziario come il frutto di «un attacco diretto della sinistra contro il Pdl e contro di me».

«La Giunta di Regione Lombardia - ha ribadito oggi Formigoni a margine della seduta del Consiglio regionale - non ha nulla da rimproverarsi. Quelli che vengono portati all'attenzione dell'opinione pubblica sono comportamenti personali di cui risponderanno le singole persone come succede in un regime democratico. Ponzoni è accusato di qualcosa che non riguarda la sua attività in Regione, ma quella di imprenditore».

La «sinistra giustizialista» che «schiera le sue corazzate»
Secondo Formigoni «il caso Ponzoni è una questione politica, è un attacco diretto della sinistra contro il Pdl e contro di me. Una sinistra che è tutta giustizialista. Si comportano come corvi e schierano le loro corazzate nella stampa e nella televisione. Basta leggere oggi La Repubblica, La Stampa, Il Fatto Quotidiano, bastava guardare ieri l'Infedele, stamattina su La7 sembra che l'imputato sia Formigoni. Di Ponzoni praticamente non parla nessuno se non per attaccare Formigoni. Si illudono se pensano di delegittimare l'esperienza politica della Regione Lombardia che è la migliore d'Italia».

Formigoni ha ricordato che nell'opposizione «c'è il consigliere Angelo Costanzo del Pd che è stato dichiarato ineleggibile perché non si è dimesso in tempo dall'Aler». «L'altro caso - prosegue Formigoni - riguarda il consigliere Filippo Penati che continua a sedere indistrurbato nei banchi dei consiglieri regionali e non ha avuto la dignità di dimettersi come ha fatto Nicoli Cristiani e come mi auguro abbia la dignità di fare Ponzoni. Mi auguro che il consigliere Ponzoni si costituisca e si dimetta».

Formigoni ha concluso la sua difesa con una bacchettata ai giornalisti che lo incalzavano all'uscita dall'Aula: «Cercate di dire la verità e non le vostre menzogne».

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