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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2012 alle ore 15:20.

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«L'Unione europea ribadisce l'impegno comune verso l'euro valuta e si occuperà di costruire un firewall, un muro contro il pericolo di contagio, (cioè il fondo salva stati, ndr) per arginare la crisi del debito sovrano»: Lo ha detto il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle in un'intervista concessa oggi a Bloomberg television nel corso di una sua visita a Washington.

«Dobbiamo dimostrare solidarietà. Dobbiamo sostenere quei paesi che ora sono in guai seri. Si sta ricercando una soluzione a lungo termine», ha spiegato il ministro che è venuto a conoscenza degli imbarazzi e resistenze di alcuni paesi come India, Brasile e Cina per il secondo piano di aiuti alla Grecia in sede Fondo monetario internazionale.

I ministri delle Finanze della Ue discuteranno regole più severe, come deciso a Bruxelles nel vertice dell'Immacolata, sui deficit di bilancio in una riunione dell'eurogruppo lunedì 23 gennaio nella capitale belga. All'ordine del giorno c'è anche un nuovo pacchetto da 130 miliardi di euro di finanziamenti, il secondo per la Grecia, che deve restituire 14,5 miliardi di euro in bond che scadono il 20 marzo ma che ha nelle casse "solo" 11 miliardi di euro. Chiave del nuovo piano di salvataggio è l'approvazione di uno swap tra Atene e i creditori privati, piano che è in via di definizione ad Atene.

«L'euro è una moneta forte, un successo che deve sopravvivere», ha ribadito Westerwelle. «E' assolutamente decisivo per noi stare insieme nella zona euro. L'Europa e la zona euro non è solo il nostro destino, ma anche il nostro desiderio».

Il ministro tedesco ha aggiunto che si tratta di un momento cruciale «non solo per la Grecia, ma per la zona euro». «Dobbiamo sostenere quei paesi che ora sono in guai seri», ha spiegato Westerwelle ma per far questo è «necessario che le riforme strutturali abbiano successo in Grecia». Un chiaro segnale che la Germania è decisa a fare la sua parte nel sostenere il fondo salva stati se i paesi periferici faranno a loro volta le riforme strutturali.

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