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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2012 alle ore 11:25.

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Elsa Fornero e Mario Monti durante l'incontro Governo-parti sociali (Lapresse)Elsa Fornero e Mario Monti durante l'incontro Governo-parti sociali (Lapresse)

Il Governo vuole andare fino in fondo anche sulla riforma del mercato del lavoro. Per questo il premier Mario Monti fissa l'orizzonte del tavolo tra esecutivo e parti sociali in corso a Palazzo Chigi. Solo un'introduzione, la sua, prima di volare a Bruxelles per l'Eurogruppo in programma oggi e l'Ecofin di domani, ma i paletti individuati dal professore sono chiarissimi. Innanzitutto strumento e tempi dell'intervento del Governo. «Non si procederà per decreto», spiega Monti ai rappresentanti datoriali e sindacali, «ma i tempi non possono essere lunghi. Voi, forze produttive, avete il mondo dove competere, noi come Governo agiamo in Italia e abbiamo un non facilissimo lavoro da condurre in Europa, spero che il maggiore spazio che stiamo creando per le forze produttive del Paese vi aiuti - aggiunge - a far sì che quello che verrà fuori dal vostro tavolo serva a migliorare la situazione di imprese e lavoratori ma anche a migliorare la situazione dell'Italia nell'Ue».

Monti: servono buone soluzioni strutturali
Quindi il premier torna a ribadire i confini della ricetta che dovrà uscire da questo confronto. «Servono buone soluzioni strutturali per il mercato del lavoro. Spero che si riesca a non ridurre il messaggio che mandiamo sulla riforma del mercato del lavoro solo all'articolo 18». Con un messaggio implicito, ovviamente: dobbiamo guardare oltre l'articolo 18, ma è chiaro che, come aveva detto anche ieri nel salotto tv di Lucia Annunziata, non possono esserci tabù al tavolo con le parti sociali.

Fornero detta i tempi: riforma in 3-4 settimane
Ma è Elsa Fornero, ministro del Lavoro, a sciogliere meglio timing e mission del negoziato che si è aperto oggi. Il confronto sul mercato del lavoro, chiarisce, si dovrà concludere in tre-quattro settimane avvalendosi del coordinamento dell'esecutivo. Tempo un mese, dunque, il Governo dei professori vuole portare a casa anche l'altro, fondamentale capitolo della fase due, dopo il via libera alle liberalizzazioni venerdì scorso.

Il ministro: ammortizzatori sociali importantissimi, ma poche risorse
Ed ecco cosa l'Esecutivo si aspetta da questo tassello. La riforma degli ammortizzatori sociali, spiega Fornero, è «un capitolo importantissimo», ma bisogna considerare che, nel breve periodo, «non abbiamo risorse da spendere su questo». Il ministro ha poi illustrato un documento, composto da cinque punti, contenente le linee guida per la riforma del mercato del lavoro: tipologie contrattuali, formazione-apprendistato, flessibilità, ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro. Serve, chiarisce ancora Fornero,«un contratto unico» che «evolve con l'età piuttosto che contratti nazionali specifici che evolvono per ogni età».

Reddito minimo in riforma ma partenza dilazionata
Dunque, è il ragionamento di Fornero, è necessario ridurre le tipologie contrattuali, superando il dualismo del mercato del lavoro. Il ministro chiarisce anche che nella riforma del mercato del lavoro dovrà esserci spazio per il reddito minimo. Ma ci sono problemi di copertura. «Lo schema di reddito minimo richiede risorse ora non individuabili. Per ragioni di bilancio potrebbe essere già individuato in questa riforma, ma - ha detto - l'applicazione normativa potrebbe essere dilazionata».

L'esecutivo propone alle parti sociali l'apertura di tavoli tematici via web
Il Governo ha quindi proposto alle parti sociali di aprire dei gruppi tematici informatici per il prosieguo del lavoro sul riassetto del mercato del lavoro. «È una riforma ambiziosa che non abbiamo la pretesa di fare senza il vostro largo consenso - ha detto secondo quanto si apprende chiudendo il suo intervento -. È dovere di questo governo portare tutti a discutere non per conservare l'esistente, ma per il futuro, per la crescita e per l'Europa. Il modo in cui declineremo queste linee di tendenza dipenderà da voi».

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