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Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2012 alle ore 09:09.

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Al via le operazioni di svuotamento dei serbatoi, il Procuratore accusa Costa (Ansa)Al via le operazioni di svuotamento dei serbatoi, il Procuratore accusa Costa (Ansa)

Al via stamani le operazioni per lo svuotamento dei serbatoi della Costa Concordia, in cui sono ancora contenute 2.400 tonnellate di carburante. Questa mattina, come spiegato ieri, i tecnici della società olandese Smit Salvage faranno delle ricognizioni subacquee del relitto, in vista dell'aggancio di tubi con cui il combustibile sarà pompato, dopo essere stato riscaldato. La fase vera e propria di aspirazione del carburante, però, secondo quanto si apprende, inizierà tra 2-3 giorni.

Le operazioni di 'bunkeraggio' del carburante, come spiegato ieri dal capo del Dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli, saranno condotte senza interrompere le ricerche dei dispersi che andranno avanti "finché non sarà stato possibile ispezionare tutte le parti ispezionabili" della nave.

Identificata un'altra vittima: è una donna siciliana
È stata identificata un'altra vittima del naufragio della Concordia: è Luisa Virzì, 49 anni originaria di Enna, il cui cadavere è stato recuperato nella zona sommersa della nave nei giorni scorsi. La donna era a bordo della Costa Concordia assieme all'amica Maria Grazia Trecarico, che risulta ancora dispersa. Con loro viaggiavano anche la figlia di quest'ultima, Stefania, e il suo fidanzato Andrea Ragusa, che invece si sono salvati.

Procuratore: gravi responsabilità Costa
«Il datore di lavoro è garante delle norme di sicurezza e ne è responsabile. In questo caso, ci sono stati problemi e incredibili leggerezze». Il procuratore generale della Toscana, Beniamino Deidda, è considerato uno dei maggiori esperti italiani di malattie professionali, infortuni sul lavoro e reati ambientali. Un bagaglio di conoscenze che in questi giorni sta investendo nel suo ruolo di 'consigliere-supervisorè della procura di Grosseto, che indaga sul naufragio della Costa Concordia.
Fra le ultime vicende seguite da Deidda in qualità di procuratore generale ci sono quella di Eluana Englaro, quando era a Trieste, e la strage di Viareggio, dopo il suo arrivo in Toscana. Quando parla dell'inchiesta sulla nave Costa, Deidda pesa ogni singola parola. Si limita a enunciazioni di principio che però, lette nell'ottica di quel che sta emergendo dalle carte dell'indagine, sembrano suggerire una via. «Occorre spingere lo sguardo sulle scelte fatte a monte dal datore di lavoro e cioè dall'armatore», spiega dopo aver posto una domanda dalla risposta scontata: «La magistratura cerca i nessi causali degli eventi. Per ora l'attenzione generale si è concentrata sulle colpe del comandante, che si è rivelato tragicamente inadeguato. Ma chi lo sceglie il comandante?».
I magistrati di Grosseto procedono per reati come omicidio plurimo colposo, naufragio e abbandono della nave.

Ufficialmente, gli indagati sono due: il comandante Francesco Schettino e il primo ufficiale di plancia, Ciro Ambrosio. Erano entrambi in plancia, ai posti di 'guidà. Gli accertamenti sulle responsabilità riguardano ciò che è avvenuto sulla nave.
«C'è il tema fondamentale della organizzazione della sicurezza - ha spiegato Deidda -: scialuppe che non scendono, personale che non sa cosa fare, scarsa preparazione a gestire l'emergenza, ordini maldestri come quello assurdo di tornare nelle cabine. La confusione che c'è stata rivela un'incredibile trascuratezza nell'applicazione delle norme di sicurezza».
E gli accertamenti potrebbero non limitarsi a ciò che è avvenuto sulla nave: «La sicurezza va organizzata prima - ha concluso Deidda - con esercitazioni e simulazioni. E gestita dopo. E le indagini non possono trascurare alcun fronte».

Il difensore di Schettino scrive al Gip
Spezzare l'assedio intorno a Francesco Schettino e allargare il fronte delle indagini. In direzione Costa Crociere. Questo il passo deciso fatto dal difensore del comandante della Costa Concordia, l'avvocato Bruno Leporatti di Grosseto, rendendo note le sue deduzioni a corredo della memoria alla richiesta di incidente probatorio dei pm.

Scrive Leporatti al gip: «Le investigazioni sono in pieno svolgimento, non solo sul fronte della acquisizione di elementi di prova in riferimento alla posizione degli indagati Francesco Schettino e Ciro Ambrosio, ma anche al fine di individuare eventuali ulteriori responsabilità di terzi che potrebbero almeno aver cooperato» nel determinare il naufragio della Costa Concordia. Per Leporatti le dichiarazioni di Schettino «hanno aperto ulteriori filoni di indagine che potrebbero orientarsi nel senso di provocare allargamenti soggettivi dell'inchiesta stessa». Altri soggetti, vuol significare Leporatti al gip, potrebbero venire indagati e bisogna stare attenti che ciò non avvenga «successivamente all'assunzione dell'incidente probatorio» perchè «le risultanze di esso sarebbero inutilizzabili nei confronti di tali eventuali nuovi indagati».

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