Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2012 alle ore 20:40.

My24
Nino Rizzo Nervo (Ansa)Nino Rizzo Nervo (Ansa)

Il consiglio di amministrazione della Rai ha nominato, con cinque voti favorevoli su nove, Alberto Maccari direttore del Tg1 e Alessandro Casarin direttore del Tgr. Queste nomine erano attese, come attese erano le immediate polemiche, visto il serrato confronto degli ultimi giorni.

Il consigliere Rai Nino Rizzo Nervo si è infatti dimesso dal cda di viale Mazzini. Lo ha annunciato lo stesso rappresentante in due lettere, una per il presidente del cda Rai, Paolo Garimberti, e l'altra per il presidente della commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli, dopo il voto di questa sera che ha portato alla nomina di Maccari e di Casarini.

«Da domani sarò un semplice abbonato che vedrà la televisione dall'esterno. Non s'è mai vista una soluzione al Tg1 così provvisoria e precaria, indipendentemente da Maccari. E' chiaramente un accordo politico tra Pdl e Lega Nord con lo scambio di Maccari al Tg1 e Casarin al Tgr. Ho sperato sino all'ultimo invece...». Così Rizzo Nervo ha commentato alla Zanzara, la trasmissione di Radio 24 condotta da Giuseppe Cruciani, la sua decisione di dimettersi. Alla domanda se il consiglio di amministrazione della Rai scade a Marzo, il consigliere alla Zanzara ha risposto: «Non è detto».

«Non resteremo con le mani in mano. Non staremo di certo fermi davanti a coloro che vogliono vedere distrutta un'azienda pubblica». Così il segretario Pd Pier Luigi Bersani commenta la decisione a maggioranza del cda della Rai sulle nomine al Tg1 e al Tgr.

Di parere opposto il consigliere in quota centrodestra Antonio Verro, che nel frattempo si è dimesso da deputato: «Ho votato le nomine proposte dalla direzione generale per la direzione del Tg1 e della Tgr perché basate sulla valorizzazione di indiscusse e valide risorse interne. Maccari e Casarin sono dei professionisti stimati che hanno trascorso una vita in Rai e hanno fatto gran parte della loro carriera in quelle stesse testate per cui oggi sono stati indicati come direttori». Lo dice il consigliere d'amministrazione Rai Antonio Verro.

«Mi sembra che tutte le polemiche emerse - aggiunge Verro - abbiano come unica origine lo scontento di alcuni partiti che, a parole, sostengono l'indipendenza della Rai dalla politica ma che invece, nei fatti, avrebbero voluto condividere scelte che spettano esclusivamente al Direttore Generale e al Consiglio di Amministrazione».

Negativa la reazione del sindacato interno
«Il cda ha autocertificato la fine di una negativa esperienza. Il voto 5 a 4 è il capolinea di ogni tentativo di trovare soluzioni condivise nell'interesse dell'azienda e non dei partiti di riferimento dei consiglieri». Lo dichiara in una nota il segretario Usigrai Carlo Verna. «Il problema - rileva - non è nei nomi, ma nel metodo, a tutto tondo emerge una Rai sotto lo scacco dei partiti che costituivano la maggioranza dell'ex governo, iconograficamente s'impone il volto del consigliere Verro, che nello stesso tempo rinuncia a fare il deputato, evidentemente perché è più fruttuoso dal punto di vista politico occuparsi di Rai,mentre il Presidente di garanzia è senza possibilitá effettiva di offrire qualsivoglia garanzia».

In serata il direttore generale della Rai, Lorenza Lei, ha difeso le sue decisioni approvate a maggioranza dal cda: «Rivendico l'autonomia delle scelte e spiace che possano essere state interpretate con logiche che non mi appartengono, come dimostrano ampiamente tutte le scelte assunte in questi nove mesi da Direttore Generale della Rai».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi