Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2012 alle ore 17:34.

My24

Il governo greco e la Troika stanno ancora lavorando alla bozza finale sul piano di misure strutturali e di bilancio che la Grecia deve attuare per sbloccare il secondo pacchetto di aiuti internazionali, anche se la firma sul documento è destinata a slittare. Il documento - ha detto a Bloomberg un funzionario greco - viene stilato dal ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos con i rappresentanti Ue, Bce e Fmi e nelle prossime ore verrà presentato dal premier Papademos ai leader politici. L'incontro decisivo con i tre principali leader politici greci per decidere le nuove misure di austerità da prendere in cambio dei 130 miliardi di euro di aiuti internazionali è stato rinviato a domani. Lo rivelano fonti ufficiali del governo greco. I leader stanno ancora aspettando la bozza di documento che il ministro delle Finanze, Evangelos Venizelos sta predisponendo con i rappresentanti della troika, contenente le nuove proposte. «La ragione del rinvio - spiega la fonte - è che i leader politici non avranno abbastanza tempo per esaminare le misure».

L'incognita però resta l'appoggio dei partiti della maggiornaza. La «cruciale» riunione di oggi fra i leader dei partiti che sostengono il governo guidato da Lucas Papademos per approvare definitivamente il promemoria della troika. Fissata in un primo tempo alle 16, poco fa era stato annunciato che sarebbe slittata alle 18. Pochi minuti fa, infine, l'annuncio della Tv statale Net secondo cui l'incontro fra i leader dei tre partiti e Papademos è stato ulteriormente rinviato alle 21 per dare modo, sembra, ai politici di leggere le 16 pagine dattiloscritte di cui è composto il memorandum della troika che sono chiamati a firmare.

I tempi per arrivare a un'intesa definitiva intanto stringono e mai come in questa occasione la scadenza appare tassativa visto che a marzo la Grecia dovrà rinnovare bond per 14,4 miliardi di euro e senza il nuovo piano di aiuto della comunità internazionale da 130 miliardi di euro appare avviata alla bancarotta.

Da Berlino e Parigi intanto continua il pressing sul governo greco perché arrivi rapidamente a un'intesa con la troika di negoziatori accettando le nuove misure di austerità senza le quali i finanziamenti non verranno sbloccati. Il governo di Papademos ha accettato di varare nuovi tagli pari all'1,5% del pil ma si teme di deprimere ulteriormente l'economia, giunta ormai al quinto anno di contrazione, impedendo di conseguenza di rispettare i target di riduzione del deficit.

Al tempo stesso la Grecia sta negoziando con i privati, e cioé con le banche rappresentate dall'International Institute of Finance. Questa sera Papademos incontrerà il direttore generale dell'IIF, Charles Dallara, e l'incontro potrebbe far segnare il passo in avanti definitivo che tutti aspettano da tempo. L'ipotesi di lavoro prevede un haircut di circa il 70% sul valore dei titoli che per la Grecia si tradurrebbe in una sforbiciata di 100 miliardi di dollari sui propri debiti. Al tempo stesso le banche sarebbero propense ad accettare il rendimento del 3,6% sui nuovi titoli trentennali che verranno emessi dal governo greco per sostituire i bond oggetto dell'accordo. Esistono tuttavia tempi tecnici e un'offerta formale di swap deve essere fatta entro il 13 di marzo per permettere di completare tutte le procedure necessarie entro la data del 20 marzo, cioé quando verrà a scadenza la tranche di bond da 14,5 miliardi.

Kroes,: eurozona non affonda senza la Grecia. Barroso la smentisce
Intanto sul caso di Atene si registra un botta e risposta ai vertici dell'Unione europea. «Non muore nessuno se un Paese esce dalla zona euro» ha detto in un'intervista al quotidiano fiammingo De Volkskrant la commissaria Ue all'Agenda digitale Neelie Kroes. «Continuiamo a ripetere sempre che se lasciamo uscire un Paese dall'Euro - ha detto la Kroes - tutta la struttura dell'Eurozona affonda, ma non è vero». Secondo la commissaria, la Grecia non sta dimostrando «sufficiente volontà».

Alla commissaria ha risposto direttamente il numero uno della Commissione Ue Barroso. L'Europa continuerà a sostenere gli sforzi della Grecia perché vuole che rimanga nell'Euro e perchè «il costo di un default e di un'eventuale uscita dall'Euro sarebbe molto più elevato del costo di continuare a sostenere la Grecia» ha detto il presidente della Commissione Ue.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi