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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2012 alle ore 13:09.

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Marta Vincenzi in una foto d'archivioMarta Vincenzi in una foto d'archivio

«Dov'è il Pd? Il Pd deve capire cosa vuol fare da grande». Parla per la prima volta dopo le primarie perse a Genova il sindaco Marta Vincenzi, ospite di "24 Mattino" su Radio 24. «Io - ha detto la Vincenzi - ho fatto un piano urbanistico e gli altri candidati alle primarie intervengono contro il piano adottato coi voti del Pd. Ho fatto un piano di infrastrutture per Genova e chi ha vinto ha detto che non le vuole fare. Ma dove sta il Pd?

Non hanno ancora capito cosa faranno da grandi e a questo mi dedicherò con impegno. Bersani? Non l'ho sentito, evidentemente aveva altro da fare. Ma non ce l'ho con nessuno - aggiunge la Vincenzi - mi sento parte integrante di un partito e parlo sempre non di ‘loro' ma di ‘noi'. Il problema è che siamo arrivati alle primarie con un partito che non mi ha mai sostenuto durante il mio mandato e che ha pensato di far vincere un'altra persona del Pd. In queste spaccature si è inserito giustamente chi in modo ingenuo e forte, non facendo parte del partito, può dire: ‘Andate tutti al diavolo, ci avete stufato'. E' così e ci vuole qualcuno che dica le cose chiare. Io lo faccio e qualche volta mi è toccato fare la fine di Ipazia». Il sindaco di Genova si continua a paragonare alla filosofa del V secolo, uccisa da fondamentalisti cristiani.

«Io sono assolutamente d'accordo con lo strumento delle primarie - ha aggiunto la Vincenzi - ma francamente poiché i sindaci stanno per legge al massimo due mandati, o li si costringe a fare azioni di breve periodo, e sarebbe terribile, o gli si dà la possibilità di fare due mandati. Vi sembra corretto che una persona eletta con 220mila voti venga stoppata ora per meno di 11mila voti?» La Vincenzi poi ha fatto un paragone tra se stessa e Obama: «Il presidente degli Stati Uniti dopo 4 anni non fa le primarie. Pensi un po' se a Obama adesso gli avessero fatto fare le primarie contro la Clinton? Come ne sarebbe uscito? Io ci ho sempre pensato a Obama in questi anni».

La Vincenzi ha proseguito nel suo sfogo: «Sono stati anni difficili e perigliosi ai quali mi sono dedicata, io me ne stavo con molto agio in Parlamento europeo. Sono scesa a Genova perché sentivo l'urgenza di una città che sta morendo, sentivo l'urgenza di rendere più veloci alcuni cambiamenti. L'ho fatto, ho pestato molti piedi, ho messo in gioco molto del consenso personale, ora il mio problema è salvare la creatura».
Infine una critica a don Gallo che ha appoggiato la candidatura di Marco Doria, il vincitore: «Il primo aggettivo che mi viene in mente per don Gallo è magnifico - ha detto la Vincenzi -. Il secondo però è narciso. Ha fatto una scelta un po' maschilista. Io sono una donna e riconosco in don Gallo una propensione al maschilismo perché io ne parlo da vivo, quindi dico anche i suoi difetti, non ne faccio il santino».

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