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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2012 alle ore 16:46.

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L'assemblea nazionale dell'Organismo unitario dell'avvocatura (Oua) ha confermato all'unanimità lo sciopero già indetto per il 23 e il 24 febbraio, e ha proclamato l'astensione dalle udienze per altre quattro giornate, dal 21 al 24 marzo. Il tutto come «segno di protesta contro i progetti del governo in materia di giustizia e di liberalizzazioni». Il 23 febbraio, inoltre, gli avvocati terranno una manifestazione al cinema Adriano di Roma e metteranno in atto un'occupazione simbolica in 100 uffici giudiziari tra il 23 e il 24 febbraio.

«Chi crede di poter barattare i diritti dei cittadini con qualche piccolo inciucio al ribasso si sbaglia di grosso - ha detto il presidente dell'Oua, Maurizio De Tilla - chiediamo l'abrogazione dell'articolo che cancella le tariffe e l'eliminazione della norma che consente la presenza di soci di capitale negli studi professionali. Vogliamo poi il superamento dell'inutile, dannosa e recente legge sul processo civile, lo slittamento dell'entrata in vigore dell'obbligatorietà della media conciliazione per gli incidenti stradali ed il condominio». Gli avvocati esprimono anche dissenso sull'istituzione del Tribunale delle imprese «con competenze territoriali restrittive e materie troppo estese ed arbitrarie» e chiedono di istituire con urgenza un tavolo per ridiscutere sia la revisione della geografia giudiziaria, sia l'accorpamento dei giudici di pace.

I giorni di sciopero fissati per marzo coincideranno con il congresso straordinario forense che si svolgerà il 23 e il 24 marzo a Milano. «Crediamo - ha concluso De Tilla - che sia inaccettabile che si continui con interventi legislativi che di fatto smantellano le stesse fondamenta del sistema professionale».

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