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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2012 alle ore 16:42.

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Galles - Italia (LaPresse)Galles - Italia (LaPresse)

«Un passo avanti in difesa, due passi indietro in attacco». Alessandro Zanni sarà anche uno che parla poco, ma da buon friulano, alla Dino Zoff, quando lo fa dice cose sensate. Senza giri di parole, fa capire una realtà che ha avuto la sua controprova sabato, nella gara che l'Italia del rugby ha perso 24-3 in casa del Galles: la coperta azzurra è corta.

Dopo le partite esterne con Francia e Irlanda, che hanno evidenziato una maggiore intraprendenza in attacco (e anche un'idea di organizzazione di gioco) con il rovescio della medaglia dei varchi preoccupanti che si aprivano in difesa, stavolta - prevedendo le formidabili offensive dei Dragoni - ci si è coperti molto meglio, anche a costo di rinunciare a due giovani trequarti come Benvenuti e Venditti. Il numero delle mete subite si è ridotto a due, quello delle mete realizzate è sceso a zero. Una squadra votata al sacrificio è rimasta in partita più o meno per lo stesso tempo di quanto aveva fatto quella programmata per provare a imporsi all'avversario: dopo 50/60 minuti di cottura, l'Italia è pronta per essere aggredita in maniera decisiva. Dev'esserci, tanto per cominciare, una difficoltà psicologica a reggere l'intensità del confronto per 80 minuti. Ma certo, anche sul piano fisico, l'aver dovuto placcare il doppio di quello che hanno fatto i gallesi non può non aver avuto il suo peso.

Lo stesso problema di tenuta sembra emergere per la Scozia, che sarà a Roma sabato. Uno scontro che servirà alla vincente per staccarsi da quota zero e lasciare all'altra il trofeo più sgradito: il cucchiaio di legno. Dunque, gli azzurri possono ancora raggiungere il loro obiettivo di minima, e pazienza se tutto si riduce al solito confronto con gli Higlanders. Che sostanzialmente, intendiamoci, restano più forti di noi.
Bella, bellissima la Scozia vista all'opera sabato contro l'Irlanda a Dublino nella prima parte di gara. Ma i padroni di casa sono stati bravi e cinici, come contro l'Italia. Hanno colpito quando ne hanno avuto la possibilità e, già nel primo tempo, hanno reagito immediatamente (e con successo) alla splendida meta di Richie Gray, un seconda linea di 22 anni, 2 metri e 8 per 130 chili, che se ne è andato con la potenza di un avanti più il dinamismo e la tecnica raffinata di un trequarti di livello internazionale. Per il ct azzurro Brunel si pone un dilemma: fare un gioco "conservativo" puntando su difesa e mischia (più un gioco al piede che però non è la nostra specialità) oppure affrontare gli scozzesi un po' più a viso aperto, scendendo sul loro piano, accettando un maggior numero di rischi ma mostrando anche qualche progresso sul piano della manovra? Se siamo già al "conta solo il risultato" la prima opzione sembra scontata. Però si può sempre sperare in una sintesi accettabile delle cose buone emerse nelle prime quattro giornate del torneo.

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