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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2012 alle ore 07:42.

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Lavoro, stretta finale sull'articolo 18 (Imagoeconomica)Lavoro, stretta finale sull'articolo 18 (Imagoeconomica)

di Davide Colombo
Si capirà solo oggi se Governo e sindacati sono arrivati a una sintesi capace di aprire la strada all'accordo sulla riforma del mercato del lavoro. E si capirà anche se, sciolto il «nodo» dell'articolo 18, anche sugli altri dossier s'è trovata la quadra cui guardano con particolare attenzione Confindustria, Rete imprese Italia, l'Alleanza delle cooperativa, l'Abi e l'Ania, vale a dire la cosiddetta «bonifica» sui contratti d'ingresso, le partite Iva e il finanziamento dei nuovi ammortizzatori sociali.

Ieri, al termine di una giornata fitta di incontri e contatti a tutto campo, il presidente del Consiglio, Mario Monti, e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, hanno riferito in un colloquio di oltre un'ora al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo stato della trattativa. Che poi è proseguita con un incontro notturno, convocato dal ministro Fornero, con i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

Sono ore decisive per un confronto aperto ormai da due mesi che dovrebbe chiudersi se non oggi comunque entro la settimana, assicurano tutte le fonti istituzionali, prima della partenze di Monti per la programmata missione in Asia. L'obiettivo prioritario resta l'accordo con tutte le parti sociali che – come ha ripetuto in mattinata Elsa Fornero partecipando in videoconferenza all'evento del Sole 24 Ore "Tutto pensioni" – darebbe il massimo valore aggiunto a una riforma cui guardano l'Europa e i mercati e che può garantire maggiore dinamicità al mercato del lavoro. Altrimenti il Governo presenterà la sua riforma da solo.

Ieri mattina Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti si sono incontrati nella sede della Cgil senza però raggiungere un'intesa condivisa sull'articolo 18. Poi i contatti sono proseguiti per l'intera giornata, tant'è vero che prima del nuovo incontro con Fornero, Bonanni ha detto al Tg3: «Abbiamo affinato le proposte» che «metteremo in campo» e, ha assicurato, ci sono «più accordi che disaccordi tra di noi».
Riguardo alle regole sui licenziamenti, anche se i sindacati preferiscono puntare l'attenzione sull'intero disegno della riforma, a dividere di più è l'intervento ipotizzato dal Governo sui licenziamenti disciplinari, con la possibilità di affidare al giudice la decisione tra reintegro o indennizzo. Bonanni propone che, in questo caso, si alzi «l'asticella» dell'indennizzo e si specifichino le causali nel contratto di lavoro. Una soluzione «ragionevole» che potrebbe «fermare» il Governo che, in caso di mancata intesa, potrebbe decidere di proporre solo l'indennizzo. Sui licenziamenti per ragioni economiche, invece, la Cgil sarebbe al massimo disponibile a mediare sulla possibilità che si lasci al giudice il potere discrezionale di decidere tra reintegra e adeguato indennizzo. La Uil, disponibile a intervenire sui licenziamenti economici, avrebbe detto invece che i licenziamenti disciplinari non si toccano, a meno di specificarne le causali per ridurre il più possibile la discrezionalità del giudice.

Alla riunione notturna s'è discusso anche di contratti, visto che le regole più strette contro gli abusi della flessibilità in ingresso vengono lette dai sindacati come oggetto di scambio con l'articolo 18. Non è noto, infine, se Elsa Fornero ieri sera abbia anticipato ai sindacati l'entità delle risorse messe in campo per gli ammortizzatori e come abbia accolto le richieste delle piccole imprese sulla maggiore contribuzione richiesta per finanziare l'assicurazione sociale per l'impiego (Aspi). «Siamo all'ultimo miglio, sono sicuro che un accordo è alla nostra portata», ha assicurato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Oggi si saprà se è davvero così.

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