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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2012 alle ore 21:44.

Era un appuntamento atteso perché prima uscita pubblica del segretario del Partito democratico a 24 ore dalla presentazione della riforma del mercato del lavoro bocciata dalla Cgil, che ha già proclamato sedici ore di sciopero. Un problema politico per il Pd, diviso nelle sue molte anime, ancor di più e prima che per il governo Monti. Le parole del segretario Pierluigi Bersani a Porta a Porta a porta vanno lette con molta attenzione.
«È una questione di diritti dei cittadini: il lavoratore non può essere messo in condizioni di debolezza, questa cosa va corretta. C'è il Parlamento e si corregge e il Pd si prende la briga e l'impegno di trovare le strade per correggere» dice Bersani da Vespa. Ancora: «Aggiustiamole» le regole del mercato del lavoro, «ma con quale logica? Le aggiustiamo alla tedesca, non all'americana» dice il segretario.
Sull'articolo 18 «è venuta fuori una cosa che non condivido - ha detto - perché con questa norma ci saranno solo licenziamenti per cause economiche». Poi su Twitter lo staff chiarisce il pensiero del leader Pd: «Nessuno ti dirà che ti licenzio perché sei nero o gay. Inventeranno un motivo economico».
Bersani dice che il governo Monti, in ogni caso, non rischia. «Non credo - ribadisce - perché i prossimi giorni chiariranno meglio la situazione. Noi conosciamo questi temi, li frequentiamo, altri li frequentano meno, ma più passano i giorni e più si vede meglio cosa vogliono dire nella coscienza collettiva». Ma allo stesso tempo il leader del Pd rifiuta gli aut aut: «Monti non può dirci prendere o lasciare».
In trasmissione Bersani ha ribadito che l'articolo 18 così come riformulato «va corretto. C'è un Parlamento, il Pd si prende la responsabilitá di individuare il modo per andare avanti, non indietro». Poi ha avuto uno scambio con Raffaele Bonanni. Al leader della Cisl che accusava il segretario di voler ribaltare la trattativa sul mercato del lavoro, il leader del Pd ha risposto rivendicando il diritto del suo partito a difendere alcuni principi.
«Amichevolmente a Bonanni voglio dire se c'è un minimo di spazio per modificare ancora qualcosa domani, tanto di guadagnato. Io metto a disposizione la mia forza politica e faccio appello alle altre perché si tengano aperti margini per arrivare in Parlamento a un punto agionevole. I licenziamenti sono una materia sì sindacale, ma anche democratica e civile», ha ricordato Bersani. «Nei momenti in cui non so cosa decidere mi ispiro a una frase di Berlinguer: Bisogna essere fedeli agli ideali della propria gioventù» ha raccontato «io ritengo che i diritti del lavoro, modernizzati fin che si vuole, siano in piedi».
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