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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2012 alle ore 20:52.

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All'ultimo tuffo, ma l'operazione è riuscita: con la pubblicazione sulla stessa «Gazzetta Ufficiale», la n. 71 uscita sabato 24 marzo, del Decreto "Salva Italia" ormai convertito e del decreto legge che lo "corregge" sull'azzeramento delle commissioni bancarie, il Governo ha evitato il rischio di un contenzioso infinito tra istituti di credito, consumatori e aziende.

Scelta del Senato
Il nodo, com'è noto, riguardava la decisione del Senato, nel corso della conversione del Dl Liberalizzazioni (l'atro nome del "Salva Italia"), di inserire una norma per sancire la cancellazione delle commissioni sugli affidamenti. Immediata la sollevazione del fronte bancario, con i vertici dell'Abi pronti alle dimissioni, ed un lungo confronto alla Camera, dove nel frattempo approda il decreto, tra i partiti preoccupati di una misura popolare ma che rischiava di mettere in ginocchio il mondo del credito.

Un ordine del giorno corregge la rotta
Infine, la scelta di non modificare il Dl liberalizzazioni ma di approvare un ordine del giorno - firmato da deputati Pdl, Pd, Udc e recepito dal Governo giovedì, contestualmente al voto finale sul "Salva Italia" - per impegnare l'Esecutivo a varare un provvedimento per «minimizzare gli effetti» derivanti dall'entrata in vigore della norma sulle commissioni. In pratica, un altro decreto legge, effettivamente deliberato dal Consiglio dei ministri di venerdì, per ripristinare le commissioni: l'azzeramento riguarderà solo quegli istituti che non si adeguano alle norme sulla trasparenza.

Entrata in vigore coordinata
Rimaneva solo un problema di tempi: se non fossero entrati in vigore contemporaneamente – il Decreto Salva Italia" (ormai legge 24 marzo 2012 n. 27 in materia di liberalizzazioni e sviluppo) e il Dl 24 marzo 2012 n. 29 correttivo sulle commissioni – la prospettiva il rischio di un lungo contenzioso legale, per non parlare dei problemi legati alle modifiche delle procedure interne alle banche. La pubblicazione sulla stessa "Gazzetta" e l'entrata in vigore in contemporanea ha risolto il problema.

Le critiche di Di Pietro
Critico il leader ddell'Idv, Antonio di Pietro, su quello che definisce un decreto "Salva banche". «Nello stesso giorno in cui ha varato le nuove norme contro i lavoratori, il Governo ha ripristinato le commissioni bancarie sui prestiti - spiega in una nota - dopo che i vertici dell'Abi avevano minacciato le dimissioni. Questo Governo é espressione diretta degli interessi delle banche e al primo posto della sua agenda c'é sempre e solo la difesa degli interessi della finanza europea».

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