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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2012 alle ore 15:08.

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È risalito in ambulanza alle 14.45, cinque ore e mezzo dopo avere fatto il suo ingresso nell'aula Bachelet della Corte d'Appello di Bologna. Sorretto dagli infermieri, Calisto Tanzi è tornato a Parma, in quell'Ospedale Maggiore dove da tempo è ricoverato per gravi, ed evidenti, problemi di salute. Non tornerà più in aula, questo almeno quanto affermato dai suoi legali: sta male, troppo, anche per assistere alla sentenza che dovrebbe arrivare intorno alla metà di aprile (la camera di consiglio dovrebbe riunirsi il 10). Probabilmente non ci sarà nemmeno il 15 maggio, giorno in cui il Tribunale di Sorveglianza deciderà sulla richiesta dei domiciliari avanzata dagli avvocati. Avvocati che oggi, nel corso dell'udienza davanti al presidente della Corte d'Appello, Francesco Maddalo, hanno chiesto che venga riaperta l'istruttoria dibattimentale per sentire almeno 30 'parti offese'.

La tesi, portata avanti dall'avvocato Giampiero Biancolella durante l'arringa poggia sostanzialmente su un interrogativo, cioè capire : "se la vecchietta di Voghera leggeva Bloomberg e si precipitava, appreso che in Lussemburgo era stato emesso un bond Parmalat, a comperarlo. O se invece ci sia stato il consiglio di qualcuno". Dove il sottinteso qualcuno è un funzionario di banca. Il legale ha evidenziato in più punti quella che ritiene una necessità imprescindibile: accertare le responsabilità dei gruppi bancari nel crac Parmalat. Riaprire il dibattimento, dunque, anche alla luce di fatti emersi successivamente alla sentenza di primo grado (che vede Tanzi condannato a 18 anni di carcere), e in particolare, ha detto Biancolella rivolgendosi alla Corte: "la sentenza Ciappazzi del tribunale di Parma, l'ordinanza di rinvio a giudizio per Eurolat del tribunale di Roma, le dichiarazioni di Fausto Tonna del novembre e dicembre 2011 nel procedimento contro le banche, in corso a Parma". E se i magistrati hanno rifiutato di sentire 30 nuove voci di persone danneggiate, si sono invece riservati circa quest'ultimo punto.

In sostanza il pool difensivo di Tanzi ha chiesto per il proprio assistito l'assoluzione per l'accusa di associazione a delinquere perché il fatto non susssiste . "Abbiamo chiesto l'assoluzione per tutti i capi di imputazione per cui riteniamo non ci sia la prova della partecipazione di Calisto Tanzi ai fatti", ha spiegato in una pausa dell'udienza l'altro legale di Tanzi, Filippo Sgubbi. E se da un lato resta in piedi l'ipotesi del patteggiamento a 5 anni per bancarotta, d'altro canto questo diverso filone d'inchiesta offre lo spunto a un'arringa fuori programma (tenuta davanti ai giornalisti poco prima di allontanarsi), a Giampiero Biancolella: "la discrasia (mancanza di coordinamento, ndr) di celebrare diversi procedimenti ha creato una situazione imbarazzante. Siamo davanti ad una gravissima discrasia dovuta ad una abnormità di celebrazioni di tanti tronconi che non porteranno mai all'accertamento della verità reale e definitiva su Parmalat".

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