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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2012 alle ore 17:33.

Corruzione internazionale
Per quanto il reato di corruzione internazionale contestato a Valter Lavitola risulti, al momento, commesso interamente all'estero, nei riguardi dello stesso Lavitola trova applicazione la legge penale italiana, in base all'articolo 9, primo comma, del codice penale.
La norma, infatti, stabilisce che per i delitti commessi da cittadini italiani in territorio estero, per i quali la legge stabilisce la pena della reclusione non inferiore a tre anni, si applica la legge italiana, sempre che l'indagato si trovi nel territorio dello Stato.
È il caso di Lavitola, da questa mattina di nuovo in Italia ed indagato per corruzione internazionale per atti contrari ai doveri di ufficio, reato per il quale è prevista una pena da due a cinque anni.
Soggiorni «all inclusive» a Panama
Soggiorni «all inclusive» pagati da Valter Lavitola al presidente del Panama, Ricardo Martinelli, due ministri, ed anche ad un quarto uomo, un rappresentante della Corte Suprema di Panama, tutti con le rispettive mogli e compagne. «Le camere dell'albergo venivano prenotate da Maria Claudia Ioannucci, ex deputato del Pdl e membro del Cda di Poste Italia spa, che si trovava in vacanza sull'isola mentre Lavitola era a Procida con moglie e figli», scrive il gip Dario Gallo nell'ordinanza di custodia cautelare. «Le vacanze avvenivano tutte a spese di Lavitola che organizzava il soggiorno dal 18 al 21 agosto».
In particolare c'è una conversazione telefonica, la numero 2082 del 7 agosto del 2011 dove Lavitola discute a lungo con la Ioannucci proprio del soggiorno che gli costerà 36mila euro, ovvero 2 mila euro a notte.
Ma oltre al soggiorno, l'ex direttore dell'«Avanti» si preoccupa anche del «benessere» dei suoi illustri ospiti provvedendo anche a noleggiare una barca e sborsando 7 mila euro per due giorni, importo pagato con un bonifico bancario. Circostanze queste ritenute «chiave» dall'accusa per contestare «il ruolo indispensabile di intermediario nell'attività corruttiva svolta da Lavitola».
L'arrivo a Fiumicino di Lavitola
Il volo Alitalia proveniente da Buenos Aires con a bordo Valter Lavitola è atterrato all'aeroporto romano di Fiumicino alle 6.41 di questa mattina. Lavitola, secondo quanto lui stesso ha dichiarato prima di imbarcarsi nella capitale argentina ai microfoni del tg La7, è rientrato in Italia per costituirsi dopo alcuni mesi di latitanza all'estero.
Lavitola ha ricevuto un ordine d'arresto dal gip d Bari per il reato di induzione a rendere dichiarazioni mendaci all'autorià giudiziaria, in relazione alle testimonianze fatte dall'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini ai magistrati baresi che indagavano sulle escort portate nel 2008 nelle residenze dell'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
«Torno perché non ne posso più»
«Sono preoccupato di andare in prigione. Ho paura, ma torno perché non ne posso più», ha detto Lavitola imbarcandosi al terminal C dell'aeroporto di Buenos Aires per il volo che lo ha riportato in Italia, con sè solo una valigia e uno zainetto.
«Torno per chiarire la mia posizione, non ce la faccio più così. Non sono un delinquente. L'Argentina mi piace - ha detto - ma voglio tornare in Italia».
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