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Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2012 alle ore 14:24.

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«Ieri c'è stata la visita a sorpresa di Umberto Bossi, abbiamo chiarito un po' di cose. Lui ha avuto parole lusinghiere sul mio conto, parole di grande apprezzamento che mi hanno fatto grande piacere». Così Roberto Maroni ha commentato, durante il congresso regionale a Savona, l'incontro a sorpresa di ieri con con il Senatùr. «Gli altri partiti - precisa l'ex titolare del Viminale - hanno bisogno di continuare a cambiare, devono cambiare nome, simbolo e valori, devono cambiare bandiera».

Un riferimento alla svolta annunciata da Angelino Alfano nei giorni scorsi sul futuro del Pdl. «Sono molto curioso di vedere la grande rivoluzione annunciata da Alfano - ha detto Maroni - noi siamo orgogliosi della nostra bandiera, di essere della Lega. La Lega Nord resterà se stessa perché ha la forza del suo progetto e non ha bisogno di questi trucchetti, di annunci continui di cambiamento».

Il sostegno di Calderoli

Anche l'ex ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, plaude in un'intervista a Maria Latella su Sky Tg24 al chiarimento tra Bossi e Maroni: «Finalmente si sono chiariti e se Maroni sarà segretario lo sosterrò con convinzione». A un'unica condizione: «Il chiarimento deve essere vero e definitivo, perché la Lega deve essere di tutti». Calderoli, poi, ha riconosciuto i problemi del Carroccio e ha detto chiaro e tondo che «abbiamo fatto sciocchezze e pasticci».

«Ora - ha aggiunto Calderoli - andremo a fondo ma sono convinto che Bossi sapesse qualcosa di quello che è stato assunto dalla famiglia». L'ex ministro ha condannato sia gli investimenti in tanzania che la scelta di Reguzzoni come capogruppo alla Camera: «Reguzzoni non andava bene perché non aveva le capacità, anche psicologiche, di guidare un gruppo». Inoltre anche lui è di Varese, come Bossi e molti altri leader: «Troppi galli nel pollaio a cantare». E al di là degli errori politici e gestionali della dirigenza del Carroccio, in molti attaccano la Lega «perchè siamo l'unica forza politica che abbia saputo dire no al governo Monti. Siamo - ha concluso Calderoli - gli unici fuori dal coro, che non si limitano a protestare come Grillo».

Le spese per la casa

Calderoli si è anche difeso dalle accuse riguardanti l'appartamento che la Lega gli ha affittato a Roma. «Da un anno a questa parte ho sottoscritto un accordo: ho rinunciato ai rimborsi e loro hanno fatto un contratto a nome della Lega per un appartamento a Roma. Ma io ho sostenuto delle spese andando in giro per l'Italia per il mio incarico e in più versavo 3mila euro al mese di contributo volontario: le spese dell'appartamento le ho pagate indirettamente».

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