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Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2012 alle ore 20:02.
L'ultima modifica è del 22 aprile 2012 alle ore 17:03.

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Pomeriggio di caos e violenza allo stadio Ferraris di Genova. Gli ultrà della squadra rossoblù hanno interrotto la partita Genoa-Siena a metà del secondo tempo quando il risultato era 0-4 a favore degli ospiti. Via le maglie dei giocatori del Genoa: è il gesto voluto d'imperio dagli ultrà del Genoa dopo il lancio di fumogeni e la sospensione della partita con i bianconeri toscani, ed è quello che dopo l'ingresso in campo del presidente Preziosi è stato fatto dalla squadra di casa, sul campo del Ferraris. Poi però è intervenuto Sculli, attaccante rossoblù: appeso al telone degli spogliatoi ha parlato con un capotifoso indicando poi al capitano Marco Rossi che aveva in mano le divise dei compagni di fargliele reindossare.

Partita ricominciata dopo 45 minuti di stop
Dopo 45 minuti di interruzione la partita è ripresa. Decisiva proprio la mediazione di Sculli, che ha convinto i sostenitori di casa più facinorosi a permettere la ripresa del gioco dopo che capitan Rossi, cedendo al ricatto degli ultras, aveva raccolto le maglie dei suoi compagni. Con i tifosi si è intrattenuto anche il portiere Frey. Tanti i giocatori di casa scossi e in lacrime.

I tifosi con le spalle voltate alla ripresa del gioco
La protesta dei tifosi non si è fermata neppure alla ripresa del gioco. Gli ultrà hanno voltato le spalle ai giocatori in segno di protesta appena dopo la ripresa della partita. Il match si è poi concluso con il risultato finale di 1-4.

La condanna del presidente della Figc, Abete
Al termine della partita è arrivata anche la dura condanna del presidente della Figc (la Federazione del calcio nazionale), Giancarlo Abete: «È una violenza inaccettabile, questi non sono tifosi - ha detto il numero uno del calcio italiano ai microfoni di Stadio sprint di Rai 2 - le norme e le immagini ci sono, ora mi auguro che non entrino mai più in uno stadio». Il presidente della Federcalcio ha, invece, giudicato positivamente il gesto di Giuseppe Sculli: «Bene ha fatto a non togliersi la maglia».

Il presidente Preziosi: 100 persone hanno dettato legge
«Dispiace che 60, 100 persone hanno l'impunità di dire e fare quello che gli pare senza che si possano controllare e mandare a casa. Non è possibile che si impadroniscano dello stadio e impongano la loro legge»: così ai microfoni di Sky Sport il presidente del Genoa, Enrico Preziosi.

Prima vittima della débacle sportiva l'allenatore Alberto Malesani
Non è ufficiale ma come conferma Il Secolo XIX, Malesani è stato esonerato dal Genoa per la seconda volta nella stagione, dopo avere sostituito appena 20 giorni fa Pasquale Marino, che a sua volta lo aveva sostituito. A rimpiazzarlo già da oggi dovrebbe essere Luigi De Canio e la squadra - a serio rischio retrocessione - che mercoledì va a San Siro contro il Milan è già stata spedita in ritiro in Lombardia.

Il questore di Genova: Preziosi ha detto sì sulle maglie, noi contrari
I giocatori rossoblù si sono tolti la maglia, come preteso dagli ultras, con il consenso del presidente, Enrico Preziosi. I responsabili delle forze dell'ordine presenti in campo erano «fortemente contrari» e hanno «fortemente sconsigliato» il presidente di agire in tal senso. Lo ha detto il questore di Genova, Massimo Mazza.

Il tecnico del Siena: questo non è più calcio
«Non avrei mai immaginato che una cosa del genere potesse ripetersi». È l'amaro commento di Giuseppe Sannino dopo la follia ultrà a Genova. «Quando siamo rientrati in campo per riprendere la partita - ha aggiunto il tecnico del Siena - ho detto ai miei giocatori che quello non era più calcio». Critico anche il presidente della Lazio, Claudio Lotito: «Questi comportamenti non rappresentano i valori dello sport, bisognerebbe riportare il comportamento dei tifosi nell'area delle regole». E aggiunge: «Putroppo le società non hanno grandi strumenti. Io ne ho fatto una battaglia ma siamo ostaggio di questa gente che se vuole creare dei problemi alle società lo può fare».

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