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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2012 alle ore 11:58.

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Dopo che l'autorità siriane hanno oscurato il sito web di al-Arabiya ora sono gli account su Twitter e Facebook dell'emittente televisiva araba a essere sotto attacco informatico di un gruppo di hacker pro Assad.

Lunedì notte il gruppo che si definisce come il braccio armato informatico del regime siriano «Syrian Electronic Army» ha pubblicato numerose notizie false e allarmanti come «La figlia del primo ministro del Qatar è stata arrestato a Londra», «Il primo ministro Hamad bin Jassim, è stato licenziato» e «In fiamme un deposito di gas in Qatar uccise decine di persone».

I tecnici informatici di al-Arabiya hanno subito avvertito gli utenti dell'ennesima incursione degli hacker ripristinando poco dopo il servizio, ma i precedenti fanno pensare che gli attacchi non si fermeranno. Infatti nelle ultime settimane i domini web della tv satellitare con sede a Dubai sono stati presi di mira più volte dai seguaci di Assad. Il portavoce della società MBC, (Middle East Broadcasting Center) che possiede Al-Arabiya e una decina di altri canali televisivi, ha dichiarato: «Siamo di fronte ad una guerra informatica che probabilmente continuerà. Il nostro racconto sulla situazione in Siria non cambierà: le notizie della nostra tv sono e resteranno credibili e incentiveremo tutti i canali a nostra disposizione, citizen journalism compreso, per raccontare quello che succede».

La censura siriana non si è fermata a creare danni e depistaggi sui canali online. Numerosi tentativi di disturbo del segnale dell' emittente satellitare hanno costretto Al-Arabiya a cambiare regolarmente le sue frequenze di trasmissione, con un danno di milioni di dollari.

Il presidente Bashar al-Assad che ha accusato sia Al Jazeera e Al-Arabiya, di offrire al mondo arabo un'informazione distorta sulla guerra civile in corso e sul suo operato, sta cercando con tutti i mezzi di disinnescare l'attacco mediatico negativo delle due tv satelliatari. Secondo alcuni analisti l'aggressione pro Assad punterebbe anchea a creare una spaccatura tra Arabia Saudita e Qatar, i due stati del Golfo i cui ministri degli Esteri hanno chiesto più volte agli alleati internazionali di armare l'opposizione siriana.

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