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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2012 alle ore 19:31.
L'ultima modifica è del 08 maggio 2012 alle ore 17:55.

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«I risultati elettorali spostano abbastanza di poco l'agenda italiana per l'Europa anche se rendono più agevole la sua realizzazione» dice Mario Monti, aprendo il convegno sulle riforme e la crescita, al quale partecipa anche il commissione europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn. Durante l'intervento in cui affronta vari punti, Monti accenna anche alla catena di suicidi causati dalla crisi economica: «Dovrebbe preoccupare molto più chi ha portato l'economia italiana a questo stadio che non chi cerca di farla uscire». Dopo un comunicato di Palazzo Chigi, è Monti a tornare sulla vicenda e chiarire: «Non mi riferivo ai suicidi di cui «non mi permetterei di parlare in un contesto come questo», ma di «conseguenze umane», e «non mi sono riferito a nessun particolare governo». Infine conclude: «Mi spiace di essere stato mal interpretato o
strumentalizzato. Non siamo qui per fare un approfondimento, non
per fare speculazioni politiche».

Mentre Rehn ha parlato fra le altre cose di riforma del mercato del lavoro che l'Europa ha accolto con «favore» ma adesso «è necessaria l'approvazione in Parlamento». Rehn ha evidenziato che eventuali ritardi potrebbero «danneggiare l'Italia in una situazione di mercato molto volatile». Quanto al risanamento dei conti pubblici «la risposta politica italiana è stata molto importante». Ora, ha aggiunto Rehn, «è necessario proseguire nello sforzo di risanamento del bilancio attraverso la spesa, con la spending review, ma anche, su lato del gettito fiscale, sostenere la crescita italiana anche con la rimodulazione del sistema tributario. Bisogna assicurare una maggiore equità fiscale che é fonte di equità sociale».

L'Italia, ha proseguito Monti, ha una propria agenda per la crescita in Europa. Il premier ha spiegato che l'attuale governo, nei primi giorni della sua attività, aveva un «margine strettissimo», vista l'urgenza di mettere in sicurezza i conti pubblici e «non era possibile assumere una posizione assertiva» in sede europea. Però, aggiunge «l'Italia ha un'agenda per la crescita».

Poi la battuta del premier italiano: «Non possiamo più solo studiare in vista di misure per la crescita» e «mi sento davvero di poter esortare» la Commissione europea ad avere un ruolo «molto attivo di trascinamento» su questo in Europa. E ha invitato Berlino a rivedere alcune posizioni. La Germania - dice Monti - accetti nuove regole nel patto di stabilità europeo per quel che riguarda gli investimenti pubblici «veri e genuini» e dia il via libera ad una «operazione trasparenza» che consenta agli Stati di pagare i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, senza che questo faccia esplodere il rapporto debito/Pil.

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