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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2012 alle ore 08:10.

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(LaPresse)(LaPresse)

L'ultimo lancio di dadi per formare un governo verrà fatto oggi dal carismatico presidente della Repubblica, Karolos Papoulias, 82 anni, che ha deciso di convocare la riunione dei leader dei tre partiti che hanno ottenuto più voti alle ultime elezioni per fare un ultimo estremo tentativo di costituire un governo di unità nazionale ed evitare un voto che potrebbe destabilizzare la Grecia e portarla fuori dall'euro.
Papoulias, ex partigiano nella lotta contro i nazisti, incontrerà il capo del partito conservatore Neo Dimokratia, Antonis Samaras (108 seggi), il socialista Evangelos Venizelos (41 seggi) e il leader della sinistra radicale, Alex Tsipras, (52 seggi). In seguito vedrà anche gli altri quattro leader dei partiti minori: i Greci indipendenti di Kammenos (33 seggi), la Sinistra democratica di Kouvelis (19 seggi), i comunisti del Kke (26 seggi), e il partito neonazista Alba dorata (21 seggi).
Venerdì è fallito anche il terzo tentativo di formare un governo di unità nazionale - che garantisse l'applicazione degli accordi negoziati con Ue ed Fmi - guidato da Venizelos. Se Atene non troverà un accordo entro giovedì prossimo, il Paese dovrà tornare al voto il 10 o 17 giugno. Se anche il tentativo di Papoulias fallisse, il capo dello Stato dovrà nominare una sorta di «premier ad interim» (con il solo compito di rappresentare la Grecia presso gli organismi internazionali) scegliendolo tra un alto magistrato.

La chiave di volta del rebus greco è rappresentato dall'atteggiamento del leader di Syriza, Alexis Tspras, 38 anni, vincitore morale del voto di domenica scorsa, che vuole restare nell'euro ma senza accettare le misure di austerità (due obiettivi chiaramente incompatibili) così come previsto dai patti firmati dal precedente Governo, intese che prevedono entro giugno di trovare altri 11,5 miliardi di tagli a stipendi e salari per il periodo 2013-14 in un Paese al quinto anno di recessione, con un Pil che ha perso il 20% dal 2009 e una disoccupazione al 21%. E se gli accordi con Ue e Fondo monetario non saranno rispettati, avverte il vicepremier uscente Theodoros Pangalos sul Sunday Telegraph di oggi, Atene non avrà più un euro in cassa in sole sei settimane: «Andremo in una bancarotta senza controllo».
Ma Tsipras non vuole accettare «accordi barbari della troika» né entrare in governi di coalizione. Al presidente Papoulias non resta che puntare su un Governo a tre composto da Nuova Democrazia, socialisti del Pasok e Sinistra democratica, anche se Foutis Kouvelis, il leader di quest'ultima formazione ha chiesto di coinvolgere Syriza, altrimenti anche lui resterà fuori. Un rebus insolubile, a meno che il presidente Papoulias riesca a convincere Kouvelis ad accettare, per il bene supremo del Paese, di entrare nel governo a tre.

Tsipras sa di aver il vento dei sondaggi a favore: la sinistra radicale di Syriza è in testa nelle intenzioni di voto in vista di un sempre più probabile ritorno alle urne. È quanto emerge da un sondaggio dell'istituto demoscopico Metron Analysis. Per Syriza si conferma un netto avanzamento rispetto al voto di domenica scorsa, passando dal 16,8% al 25,5%. Con questo exploit, Tsipras ritiene che uscirà vincitore dalle prossime consultazioni ottenendo oltre 120 seggi su 300 (tra cui i 50 di premio di maggioranza) che gli consentirebbero - da premier incaricato - di guidare le danze per la formazione del governo. Un gioco pericoloso per il Paese, perché irrita i Paesi del "surplus", Germania in testa, mentre trovare una maggioranza resterebbe ipotesi complessa. Inoltre Tsipras, dopo l'avvertimento del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble («nessuno può impedire alla Grecia di uscire dall'euro») cerca sponde in Europa nel nuovo presidente socialista francese, François Hollande, per cercare di attenuare l'austerità tedesca. Tsipras cerca di prendere tempo, perché spera che il vento in Europa cambi a suo favore.
Secondo un analista greco le elezioni anticipate restano razionalmente lo scenario più probabile (al 60%) ma a causa della grave incertezza che ciò creerebbe, c'è ancora una possibilità (40%) per un governo composto da Nuova Democrazia, Pasok e Sinistra democratica (che avrebbero 168 seggi su 300). Dopo il default del primo stato dell'Eurozona, Atene rischia di rompere un altro tabù: quello di essere il primo ad uscire dall'euro. Ma Papoulias farà di tutto per evitarlo.

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