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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2012 alle ore 12:07.

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Ormai è una vera e propria caccia all'uomo. Gli inquirenti pugliesi sono convinti che chi ha premuto il detonatore che ha seminato la morte davanti l'ingresso dell'istituto Morvillo-Falcone sia da ricercare tra ex ufficiali ed ex sottufficiali dell'Aeronautica.

Il pm Milto De Nozza, cui fanno capo le indagini, ha ripetuto più volte nel corso della mattinata che non ci sono indagati, tantomeno il sottoufficiale dell'Aeronautica Raffaele Niccoli, che fino alle prime ore di questa mattina sembrava l'indiziato numero uno. Quasi una formula di rito dietro la quale si nasconde un'attività frenetica degli uomini della Digos e della squadra mobile di Brindisi che hanno ricevuto rinforzi massicci da Roma.

Le indagini sembrano anche orientate a setacciare gli ambienti che gravitano attorno al mondo della pedofilia, soggetti magari senza precedenti specifici o condanne passate in giudicato ma uomini di mezz'età – come indica chiaramente il video nelle mani degli inquirenti – sospettati in passato di relazioni con minorenni. Se questo quadro indiziario fosse confermato, prevarrebbe automaticamente lo scenario principale tratteggiato dagli inquirenti: il folle isolato che agisce per vendetta. Con un movente che finora nessuno aveva avuto il coraggio di pronunciare: la vendetta omicida nei confronti di ragazze minorenni la cui unica colpa sarebbe stata quella di aver scaricato un uomo maturo.

Intanto è stata smentita ufficialmente da magistratura e polizia l'indiscrezione secondo la quale ci sarebbe un iscritto sul registro degli indagati per l'attentato di Brindisi. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino, dopo la riunione del comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza tenuto a Brindisi con forze dell'ordine, magistratura e con il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri. «E' ufficialmente smentita la notizia dell'indagato», ha precisato Severino aggiungendo che la smentita arriva «dalla magistratura e dalle forze dell'ordine».

«Io non ho certezze, per ora nessuna certezza, quindi mi sembra meglio lavorare tutti insieme» ha aggiunto Severino, rispondendo alle domande dei giornalisti. Su eventuali tensioni tra le procure di Brindisi e Lecce, ha risposto: «Oggi sono tutti attorno a un tavolo, a fare un lavoro insieme».

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