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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2012 alle ore 08:51.

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Così come chiedevamo di velocizzare le procedure, magari con l'introduzione del Tribunale unico specializzato in misure patrimoniali penali e di prevenzione, e invece ci si è limitati a introdurre la "confisca breve" (ossia l'obbligo di procedere al decreto ablativo entro 18 mesi), che di per se rischia di mandare al macero migliaia di procedimenti. Bastava riflettere un po' di più e … ascoltare gli esperti del settore e oggi avremmo a disposizione una cornice legislativa senza le contraddizioni che invece siamo costretti a constatare. Insomma, rimangono tante cose da sistemare e le correzioni sono necessarie e urgenti come è evidente leggendo le 23 proposte che abbiamo presentato qualche mese fa insieme a magistrati ed esperti al ministro della Giustizia.

A proposito di patrimoni sequestrati ai mafiosi recentemente Antonello Montante, delegato alla legalità di Confindustria, ha proposto di rendere più efficiente il sistema con alcuni interventi. Lei che ne pensa?
L'aspetto che mi pare più interessante è la necessità di trapiantare cultura manageriale nella gestione delle aziende sequestrate e confiscate. Credo che in questa direzione sia utile avvalersi di manager veri e propri magari affidando loro consulenze nell'ambito dell'amministrazione giudiziaria, ad esempio per la stesura di quel business plan che va presentato entro i primi sei mesi dal sequestro. E poi bisogna scommettere sull'alta formazione degli amministratori giudiziari: proprio nei prossimi giorni l'Università di Palermo insieme alla Cattolica di Milano, la Procura nazionale antimafia, l'Agenzia nazionale e le autorità giudiziarie milanesi presenteranno il Corso per amministratori giudiziari che si terrà a Milano in autunno sulla falsariga delle due edizioni realizzate a Palermo.

Continuiamo dunque con il bicchiere mezzo pieno. Anzi quasi pieno.
Non v'è dubbio. Se solo riusciamo ad allungare lo sguardo verso un arco di tempo che va dalla legge Rognoni-La Torre nel 1982 fino ad oggi, ci rendiamo conto che il nostro paese ha una legislazione antimafia avanzatissima che non a caso altri Paesi prendono a modello.

Ancora cose buone. Sempre per tener fede al bicchiere mezzo pieno...
Sì, perché abbiamo strumenti che erano inimmaginabili fino a 30 anni fa e questo va detto con chiarezza soprattutto ai giovani che non devono generare una visione distorta e frustante secondo la quale i nostri eroi sono morti invano. Strumenti di intervento che spaziano da un settore all'altro, come le norme che prevedono lo scioglimento dei municipi infiltrati dalle mafie. O la stabilizzazione del 41 bis, nonché il doppio binario per i processi: quelli alla criminalità organizzata hanno regole ad hoc.

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